CALVI R./SPARANISE – Se qualcuno non l’avesse capito, il Pd (quindi il governo) sta cercando di minimizzare la portata dello scandalo nato intorno a quella che è stata definita la “discarica più grande d’Europa”. È facile capire il perché. Non ci sono i soldi per le bonifiche e quelli che potrebbero essere usati serviranno per fini sicuramente meno nobili. Così dai vertici sono stati sguinzagliati i “pompieri” pronti a frenare sulla questione, ad ammansire l’opinione pubblica e a lanciare il solito attacco ai gufi (“Chi dice che nell’ex Pozzi c’è la discarica più grande d’Europa vuole il male di questa splendida terra”, si sente dire da qualche settimana).
L’operazione è partita – come si è detto – con l’attacco alla spettacolarizzazione fatta dai giornalisti cattivi e alla quale hanno abboccato perfino gli ambientalisti. Tutti pronti a puntare il dito contro il presunto paradosso dei giornalisti che boicottano perfino la terra nella quale vivono, utilizzando le parole di chi (il generale Costa) stava portando alla luce quei veleni nella zona industriale calena.
Per calmare tutti è scesa in campo perfino l’europarlamentare Picierno, la quale, pur essendo figlia di questo territorio, ha preferito anteporre gli interessi di partito a quelli della sua gente, gridando prima allo scandalo e poi cercando di spegnere il fuoco della rabbia dei cittadini – molti dei quali scesi in strada sabato scorso. Diversamente non si spiegherebbe l’incontro organizzato a Roma (lontano dall’ex Pozzi e dalla gente che da anni ne subisce gli effetti). Riunione alla quale i sindaci “caleni” hanno partecipato con il cappello tra le mani. Invece di bussare alle porte delle istituzioni governative per chiedere un intervento risolutivo, forti dell’appoggio delle comunità, i primi cittadini stanno ottemperando al loro ruolo di fedeli clientes politici: maggiordomi delle passerelle domenicali, fantasmi alle manifestazioni dei cittadini e indifferenti a qualsiasi azione istituzionale.
I vari capibastone delle correnti Dem riescono, senza troppe difficoltà, a eseguire il diktat governativo tacitando i cosiddetti “allarmisti”, verificando l’affidabilità dei riferimenti territoriali e, contemporaneamente, favorendo (‘involontariamente’, si capisce) il business delle biomasse. Non è un segreto, infatti, che minimizzando la questione ex Pozzi si confeziona un regalo non richiesto a chi vorrebbe utilizzare l’Agro caleno per impiantare le centrali a biomasse (e non solo). Al momento, però, nessun dirigente Dem ha sollevato la questione. La stessa Picierno, interrogata sull’argomento, ha glissato. Insomma, a quanto pare, nel Pd si cerca di spegnere la rabbia dei cittadini ma non gli affari degli eco speculatori.
Red.