FIRENZE – Giovedì scorso (9 luglio), il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, dottor Fabio Frangini, avrebbe rinviato a giudizio dieci persone, tra i quali gli imprenditori Benedetto e Diocrate D’Innocenzo, rispettivamente padre e figlio originari dell’Agro caleno ed ex responsabili del Gruppo Flowers di Montemurlo in provincia di Prato. L’accusa nei loro confronti sarebbe di associazione per delinquere aggravata da metodi mafiosi. Il processo si aprirà il 29 marzo 2015.
Secondo gli inquirenti, gli imputati, usando violenza, minacce e spedizioni punitive, si sarebbero appropriati di aziende toscane in difficoltà per arricchirsi. Al centro dell’inchiesta, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, c’è Benedetto D’Innocenzo, sessantenne di Calvi Risorta, da vari anni residente a Gambassi Terme in Toscana ma con base anche a Scauri in provincia di Latina. In passato – sempre secondo la Dda – sarebbe stato legato a clan camorristici campani come quello dei Ligato, dei Russo e di Bardellino. Il figlio Diocrate, trentasette anni, sarebbe il titolare delle aziende nate dalle ceneri del Gruppo Flowers di Montemurlo, la società di controllo del tessuto ancora attiva dopo un lungo periodo di amministrazione giudiziaria con sede legale proprio a Scauri.
L’inchiesta ha fatto emergere una serie di episodi avvenuti tra il 2009 e il 2011 – dalle minacce all’estorsione fino ai furti in fabbrica pilotati – e vedeva 21 persone coinvolte. Due di loro sono decedute, quattro sono state assolte e una è stata condannata a cinque anni, mentre per un altro imputato è stata patteggiata una pena a 1 anno e 10 mesi con la condizionale.
Nel dicembre 2011 i D’Innocenzo furono arrestati assieme ad Alfonso Di Penta, Giuseppe Laurenza, Leonilde Marciello (moglie di Diocrate D’Innocenzo) e Francesco Brocco – commercialista di Formia, indicato come il contabile e consigliere del gruppo, il quale è stato condannato a 5 anni e 5 mesi con rito abbreviato. Fra gli assolti, invece, alcuni dipendenti del Monte dei Paschi di Siena, indicati come consulenti finanziari di Benedetto D’Innocenzo e che erano accusati di riciclaggio.
L’inchiesta ha preso il via dalla denuncia dell’imprenditore di Castelfiorentino Giuseppe Ricciardi, titolare della Tosco Import, un’azienda di arredi per giardino, nel novembre 2009, il quale, trovandosi in difficoltà economiche, nel 2009 Riccardi si rivolse a Bernardo D’Innocenzo che si impegnò di saldare un debito della società verso l’erario, circa 360mila euro. In cambio Riccardi avrebbe consegnato assegni scoperti per 378mila euro, compiendo, di fatto, il primo passo per essere estromesso dalla sua azienda. Merce per 600mila euro, rubata nel gennaio 2010 alla Tosco Import, è stata ritrovata dalla Finanza proprio nei locali dell’ex Gruppo Flowers, in via Di Vittorio a Montemurlo, Lo stesso sistema fu usato dieci anni prima nei confronti di un altro imprenditore già proprietario del Gruppo Flowers.
Emblematico il caso della Flowers di Montemurlo: il gruppo tessile era stato “fittiziamente trasformato” in Gruppo tessile Fabries, Sun Textile, Blu Textile, Sky Textile, tutte con sede operativa in via Di Vittorio e sede legale a Scauri. Proprio la vertenza che era scoppiata nell’azienda montemurlese fu all’origine di un tentativo di aggressione ai danni di un sindacalista della Cgil, mentre altri dipendenti furono minacciati mentre cercavano di far valere i propri diritti.
Red. Cro.