PIGNATARO M. – Gli atti sessuali su soggetti minorenni, in una società civile, rappresentano una delle più esecrabili azioni delittuose che un individuo possa commettere. Non è un caso che questa mattina (20 ottobre), un uomo si è visto comminare una pena significativa, proprio perché accusato di un reato del genere. La Prima Sezione Penale, collegio C, del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, infatti, ha condannato Giuseppe Papa – operaio originario di Pignataro Maggiore – a sei anni di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al risarcimento di trentamila euro. Il collegio giudicante, presieduto dal dottor Giampaolo Guglielmi, a conclusione di un complesso dibattimento, ha ritenuto colpevole l’uomo di atti sessuali su una ragazzina che, all’epoca dei fatti, aveva quindici anni.
La vicenda, così come ricostruita dalla competente Procura della Repubblica, prende le mosse nel febbraio del 2007, quando l’imputato cominciò ad approfittare della minorenne. Quest’ultima, infatti, frequentava la casa del Papa in virtù dell’amicizia che legava la sua famiglia con quella dell’uomo. Quando, però, la moglie per qualche motivo si trovava al piano superiore della loro abitazione, egli approfittava della ragazzina.
Gli atti sessuali sono stati perpetuati per due anni (fino al febbraio del 2009), quando la vittima ha deciso di rompere il muro del silenzio e di confidarsi con i genitori, i quali hanno denunciato il tutto all’autorità giudiziaria. Le indagini e il successivo dibattimento hanno confermato quanto era stato ipotizzato dal pm e dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Luciano Polizzi (del Foro di Santa Maria Capua Vetere). La difesa, sostenuta dall’avvocato Pasquale Iovino, non è riuscita ad attenuare la posizione dell’uomo. Ora le parti sono in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza che saranno disponibili tra 60 giorni.
Red. Cro.