PIGNATARO M. – Il Gup del Tribunale di Napoli, dottor Roberto D’Auria, con comunicazione dell’8 novembre e su richiesta depositata il 15 ottobre dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Giovanni Conzo, ha fissato per il 15 gennaio 2013 la data dell’Udienza preliminare per il procedimento penale numero 2919/R/2012 R.G. che vede imputati tutti i gestori dei beni confiscati, coinvolti nell’inchiesta che portò all’arresto – nel marzo del 2011 – dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca. In totale sono sei le persone coinvolte e per il quale il sostituto procuratore della Dda ha chiesto il rinvio a giudizio.
Gaetano Manna, ex presidente dell’Acli Terra Campania per la Legalità, è accusato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio con l’aggravante dell’articolo 319 bis cp e dell’articolo 81 cpv (concorso formale e reato continuato), e di peculato – sempre con l’aggravante dell’articolo 81 cpv. Domenico Cesaro, ex affittuario dei beni confiscati, si dovrà difendere per le stesse accuse ma dalla posizione di presunto corruttore di Manna, sempre con l’aggravante del concorso formale.
Michele Di Maro è accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso (art. 7 legge 203/91) – oltre che dall’articolo 81 cpv. Arturo Gigliofiorito, presidente dell’associazione no profit Mondotondo, invece, in concorso con Gabriele Capitelli e Antimo De Angelis, si sarebbe reso responsabile di omissione in atti d’ufficio con l’aggravante dell’ articolo 7 della legge antimafia. De Angelis, ex vicepresidente del consorzio Icaro, è accusato anche di falso materiale e falso ideologico in atti pubblici, sempre aggravato dall’aver favorito il clan Lubrano-Ligato. Mentre l’ex presidente dello stesso consorzio, dovrà difendersi pure dall’accusa di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici con la stessa aggravante prevista dalla legge antimafia.
In questo procedimento risultano essere parti offese il Comune di Pignataro Maggiore, che chiederà di costituirsi parte civile – rappresentato dall’avvocato Carmine Di Rubba -, e in relazione alla presunta estorsione di Di Maro, Domenico Cesaro.
Ecco nel dettaglio le accuse ai sei imputati:
Per il capo a), Gaetano Manna e Domenico Cesaro sono accusati – ai sensi degli articoli 81 cpv, 319, 319 bis e 321 cp – perché, in esecuzione del medesimo disegno criminoso, Manna in qualità di pubblico ufficiale e precisamente Presidente dell’associazione Acli Terra, ed in tale qualità di amministratore dei beni confiscati alla famiglia Ligato-Lubrano, accettava la promessa, cui faceva seguito l’effettiva dazione, da parte di Cesaro Domenico, affittuario dei fondi siti e confiscati, della somma di 9000 euro, da corrispondere ogni anno, nonché di parte del raccolto derivante dalla coltivazione dei terreni, precisamente la metà dei cocomeri coltivati o comunque degli altri prodotti agricoli, il corrispettivo per consentire al Cesaro e di fatto poi consentendo, la coltivazione dei terreni, per privati, e quindi la realizzazione di finalità diverse da quelle di utilità sociale previste nell’ipotetica confisca dei beni.
In Pignataro Maggiore con condotta sino all’anno 2007
Per il capo b), Gaetano Manna e Domenico Cesaro sono accusati – ai sensi degli articoli 81 cpv e 314 cp – perché, in esecuzione del medesimo disegno criminoso, in tempi diversi e in concorso tra loro, agendo Manna Gaetano in qualità di pubblico ufficiale e precisamente Presidente dell’associazione Acli Terra, ed in qualità di amministratore dei beni confiscati alla famiglia Simoncelli, e dunque incaricato di pubblico servizio, si impossessava, con il contributo di Cesaro che materialmente provvedeva a coltivare i terreni, della somma di euro 3400,00 mensili, somma corrispondente al canone di affitto corrisposto dal colono Passaro Antonio per la coltivazione del fondo in località Arianova, Masseria Pratilli, nonché dei proventi derivanti dalla vendita dei prodotti agricoli coltivati nei terreni confiscati – in special modo angurie del valore di 100.000 euro coltivate nei terreni confiscati acquistate da un commerciante all’ingrosso di frutta.
In Pignataro Maggiore, con condotta sino all’anno 2007
Per il capo c), Di Maro è accusato – ai sensi degli articoli 81 cpv, 629 cpv. 61 n. 7 c.p. e art. 7 legge 203/91 – perché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con minaccia consistita nel fare riferimento agli interessi ed all’operatività di organizzazioni criminali della Provincia di Caserta operanti nel territorio di Pignataro Maggiore e comuni limitrofi, prospettata alla persona offesa, costringendo Cesaro Domenico a corrispondere ogni anno la somma di euro 5000 al fine di poter coltivare quale affittuario, i fondi di ettari 6 di terreno con annesso immobile adibito a masseria ubicati in località Campo dei Fiori o Russolillo, nonché i fondi di 3 ettari di terreno, ubicati in località Casariglia o Pioppitelli.
Con l’aggravante della commissione del fatto avvalendosi della condizione ad assoggettamento ed omertà tipica delle associazioni di cui all’art. 416 bis c.p. derivante dalla appartenenza al clan Nuvoletta, nota alla persona offesa e comunque al fine di agevolare detta associazione;
In Pignataro Maggiore sino all’anno 2007
Per il capo d), Gigliofiorito, De Angelis e Capitelli, sono accusati – ai sensi degli articoli 110 e 328 cp, e art. 7 legge 203/91 – perché in concorso tra loro, Gigliofiorito quale presidente dell’associazione Onlus Mondotondo, Capitelli quali presidente e De Angelis quale vice-presidente del Consorzio Icaro, incaricati dei beni confiscati alla famiglia Lubrano a Pignataro Maggiore ed in tale qualità amministratori dei beni immobili confiscati alla famiglia Ligato-Lubrano, omettevano di compiere un atto dovuto in ragione del loro ufficio e precisamente l’immissione nel possesso dei beni e la conseguente amministrazione dei beni suddetti, consentendo che la famiglia Lubrano continuasse a gestire ed a percepire i redditi relativi a tali immobili.
Con l’aggravante della commissione del fatto al fine di agevolare il clan dei casalesi operante in Pignataro Maggiore e comuni limitrofi ed in particolare il gruppo riconducibile alla famiglia Lubrano-Ligato.
In Pignataro Maggiore con condotta sino all’anno 2007
Per il capo e), Capitelli Gabriele è accusato – ai sensi degli articoli 476 e art.7 legge 203/91 – perché in qualità di incaricato di pubblico servizio, attestava falsamente, con una relazione del 12.6.2007 indirizzata al Comune di Pignataro Maggiore, in qualità di presidente del Consorzio Icaro, di essere entrato in possesso dei beni appartenuti alla famiglia Ligato il 07.06.2007 e non il 18.05.2005.
Con l’aggravante della commissione del fatto al fine di agevolare il clan dei casalesi operante in Pignataro Maggiore e comuni limitrofi ed in particolare il gruppo riconducibile alla famiglia Lubrano – Ligato.
In Pignataro Maggiore il 12.06.2007
Per il capo f), De Angelis Antimo è accusato – ai sensi degli articoli 479, 476 e 7 legge 203/91 – perché in qualità di incaricato di pubblico servizio ed in particolare del Consorzio Icaro incaricato della gestione di beni confiscati, falsamente attestava nel corpo del verbale datato 7.6.2007 reso al personale della Polizia Municipale di Pignataro Maggiore, di essere entrato in possesso dei beni confiscati alla famiglia Ligato, in qualità di vicepresidente del consorzio Icaro, il 7.6.2007 e non il 18.5.2005.
Con l’aggravante della commissione del fatto al fine di agevolare il clan dei casalesi operante in Pignataro Maggiore e comuni limitrofi ed in particolare il gruppo riconducibile alla famiglia Lubrano – Ligato.
In Pignataro Maggiore 7.6.2007