Biopower 2: Il Gup rinvia a giudizio dieci persone. L’ex sindaco Magliocca sotto processo per truffa

Biopower 2: Il Gup rinvia a giudizio dieci persone. L’ex sindaco Magliocca sotto processo per truffa
D'Alonzo, insieme a Magliocca, da anni orbita nell'area politica di Landolfi

PIGNATARO M. – Il Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Giovanni Caparco, ha rinviato a giudizio dieci degli undici imputati nell’ambito del procedimento penale ribattezzato “Biopower 2”, filone nato dal più noto “Biopower”. L’ex sindaco Giorgio Magliocca, l’ex vicepresidente del Consiglio comunale Francesco D’Alonzo, l’ex consigliere comunale Baldassarre Borrelli, Mario Di Cosmo (ex componente del Cda della Pignataro Patrimonio srl), Adriano Colaprete (ex titolare della società di vigilanza “Securitas”), Tiziano Maria Giaquinto, Cipriano Cristiano (l’ex sindaco di Casal di Principe e uomo di Nicola Cosentino), Lina Lamberti e Angelo Calabrò (responsabile dell’Eagle srl), dovranno presentarsi il prossimo ventotto di novembre davanti al giudice monocratico, dottoressa Chiara Di Benedetto, per l’inizio del processo.

Non tutti i capi di imputazione sono stati confermati per gli imputati. Per l’ex primo cittadino Magliocca sono cadute le accuse di turbativa d’asta e falso ideologico in atti d’ufficio. Stesso discorso per l’avvocato Giaquinto, D’Alonzo e Cristiano, per i quali il Gup ha dichiarato il non luogo a procedere per l’accusa di falso ideologico. Dunque, per i primi due restano le accuse di truffa aggravata e turbativa d’asta, mentre per l’ex sindaco di Casal di Principe soltanto quella di truffa. Esce di scena, invece, l’ex presidente del Consiglio di Amministrazione della Pignataro Patrimonio srl, Giuseppe Vitiello, il cui difensore di fiducia aveva chiesto il rito abbreviato. La sua posizione si è discussa già in mattinata con il Gup che ha prosciolto Vitiello dall’accusa di turbativa d’asta perché il fatto non sussiste (le motivazioni saranno depositate entro 30 giorni).

In merito all’eccezione presentata dall’avvocato Iodice, che per le accuse di truffa aggravata e falso ideologico (capi d’accusa B e C), aveva chiesto il rinvio degli atti al Tribunale di Roma perché il Fonter (Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua del terziario) – l’ente che sarebbe stato truffato – ha sede legale nella capitale, il giudice ha respinto la richiesta del legale, ritenendo la Procura di Santa Maria Capua Vetere pienamente legittimata a procedere. Nonostante la diversificazione delle accuse, gli imputati saranno giudicati nell’ambito dello stesso processo. Il Comune di Pignataro Maggiore – rappresentato in udienza preliminare dall’avvocato Luciano Polizzi -, essendo parte offesa soltanto per un solo tipo di reato, potrà costituirsi parte civile al processo soltanto per un capo d’imputazione.

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