BELLONA/PIGNATARO M. – È il pomeriggio del 30 agosto 2017, un incendio, come quello che poche settimane prima ha avvolto il sito Ilside di Bellona, distrugge l’area intorno all’ex Foro Boario. Pneumatici, rifiuti e altro materiale abbandonato prendono fuoco velocemente. Le fiamme lambiscono pericolosamente un distributore di carburanti che si trova lungo la Strada Statale 365, distruggendone un gazebo. L’ormai tristemente nota nube che quotidianamente si scorge sul cielo sopra Terra di Lavoro, anche in questo caso è visibile da molto lontano e l’aria diventa irrespirabile. Secondo una “liturgia” che ormai si ripete da tempo, i vigili del fuoco fanno fatica a spegnere le fiamme.
Prima di questa estate che ha registrato per entrambi gli ex siti di stoccaggio dei rifiuti un incendio, pochi sanno che la storia dell’ex Ilside e del Foro Boario si sono intrecciate più di dieci anni fa, nell’ambito dell’ennesimo progetto di bonifica che vedeva in primo piano anche la Progest spa, l’azienda che detiene il 90% delle quote dell’Euthalia srl – la società che vorrebbe costruire un impianto di compostaggio a Pignataro Maggiore.
Ci troviamo nel 2008, quando sul Burc – bollettino ufficiale della Regione Campania – numero 25 del 23 giugno viene pubblicato il Piano di interventi per il risanamento ambientale del territorio regionale affidato alla RECAM spa (DGR n. 565/08 e DGR n. 648/2008). Quest’ultima, poi diventata Astir, era una partecipata della Regione Campania con Italia Lavoro S.p.A. che si occupava della gestione di interventi di recupero ambientale, con il vincolo di assumere personale proveniente dal bacino dei Lavoratori socialmente utili. Siccome l’azienda non era dotata dei mezzi per eseguire materialmente i lavori, si affidò con un bando ad altri soggetti imprenditoriali in possesso del Know how per eseguire quanto disposto da Palazzo Santa Lucia.
Tra i siti da bonificare c’era anche il Foro Boario di Maddaloni, un sito di stoccaggio temporaneo che fu istituito nel 2001, per il quale vince il bando di gara – emanato dalla Recam – la Progest spa in associazione temporanea di imprese con Euro Petroli, Furia srl e proprio Ilside, la società che gestisce da anni il sito in località Ferranzano. Tuttavia, le operazioni di bonifica si bloccarono quasi subito a causa dell’errata classificazione dei rifiuti: nel sito dovevano esserci rifiuti urbani ma pare che alla fine si trattasse di rifiuti speciali. Nonostante i problemi riscontrati a Maddaloni, nel marzo del 2009 la Progest si propone di realizzare anche una parte delle bonifiche previste nel sito di interesse nazionale Litorale Domizio Flegreo ed Agro Aversano; mentre, per quanto riguarda Ilside, le bonifiche che avrebbe dovuto effettuare su altri siti, non è stata capace di effettuarle nemmeno sull’area che per anni ha gestito direttamente.
Red.