AGRO CALENO – Nell’ultima settimana, da Bellona a Calvi Risorta, arrivano notizie in merito a strascichi giudiziari che hanno coinvolto alcuni cittadini nell’ambito della battaglia nell’Agro caleno finalizzata a chiedere la bonifica dei siti inquinati. Pochi giorni fa è stata la volta di alcuni manifestanti che avevano partecipato al corteo organizzato dal Comitato “mai più Ilside” presso il Comune di Bellona. Il movimento che ormai da anni si batte per la rimozione dei rifiuti dall’area fortemente inquinata di località Ferranzano (periodicamente luogo di fumarole cancerogene), si era recato presso gli uffici municipali per protestare contro le lungaggini burocratiche che stavano allontanando sine die le operazioni di bonifica. La protesta di concluse con undici denunce. Il 3 aprile scorso si è aperto il processo. Nel corso della prima udienza sono state sollevate alcune eccezioni per omessa notifica , costringendo il giudice, dottoressa Cesare, a rinviare l’udienza al 6 novembre 2019. In quella sede dovrebbero essere sentiti i carabinieri delle Stazioni di Calvi Risorta e di Vitulazio.
Nella giornata di ieri (9 aprile), invece, i militanti del Centro sociale “Tempo Rosso” di Pignataro Maggiore hanno reso pubblico che tre membri del loro collettivo sono stati condannati con ammenda di 850 euro per manifestazione non autorizzata. Il riferimento è al corteo del 7 ottobre 2017 che si tenne a Calvi Risorta per chiedere la bonifica di un altro luogo di morte, l’area ex Pozzi (definita dal ministro Costa “la discarica più grande d’Europa”). Le condanne pare siano arrivate più velocemente della bonifica. Infatti, soltanto ieri sono stati effettuati i primi lavori (con stanziamento di 50mila euro) per rimuovere delle erbacce e pochi rifiuti nell’area ex Pozzi, in attesa che arrivi la bonifica vera e propria gestita dalla società Invitalia.
Red. cro.