C.U.B.: illegittima la nomina di Scialdone a direttore. Il vitulatino accusato con Fabozzi

C.U.B.: illegittima la nomina di Scialdone a direttore. Il vitulatino accusato con Fabozzi
il condannato e pluriindagato Antonio Scialdone

VITULAZIO – Salta fuori un’altra denuncia per Antonio Scialdone. La sua nomina a direttore generale sarebbe stata una forzatura, almeno stando alle autorità inquirenti, perché non avrebbe avuto l’anzianità di servizio e per giunta con una nomina senza una selezione pubblica.

Facciamo presente che questa notizia, ora riportata da tutti i giornali, è stata divulgata per la prima volta, ormai quasi tre anni fa ( nel maggio 2010), quando il nostro vicedirettore Gianni Criscione lo rese noto durante uno dei primi convegni organizzati dal Forum Ambiente di Vitulazio. Si parlò allora di una  nomina “sia nel merito che nella sostanza illegittima”

Potete vedere il video cliccando su questo link ( si parla della nomina di Scialdone dal minuto 03: 30 in poi) : http://www.youtube.com/watch?v=BxKR9v5Csfs

 

Questo l’articolo sulle ultime vicissitudini giudiziarie di Scialdone:

Occhi puntati delle Fiamme Gialle sui rapporti tra Fabozzi e Scialdone quali soci della Media Gest. Dopo l’avviso di garanzia e le perquisizioni nell’ufficio del consigliere regionale Enrico Fabozzi (a destra) presso la sede del Centro Direzionale di Napoli, gli uomini della Guardia di Finanza stanno conducendo indagini a 360 gradi. In particolare, sembra che l’attenzione sia puntata sul trascorso comune di Fabozzi e Antonio Scialdone (a sinistra) nella società Media Gest. A finire nel mirino di Procura di Santa Maria Capua Vetere, infatti, era stata la nomina di Antonio Scialdone, 43 anni, da parte dell’ex sindaco di Villa Literno ed attuale consigliere regionale, ai vertici del Consorzio Unico di Bacino per le Province di Napoli e Caserta. Nei confronti di entrambi erano scattate le perquisizioni alla ricerca di documenti, tra i quali quelli relativi alla delibera dell’aprile 2009 che di fatto consentì la nomina di Scialdone a direttore generale pro tempore del Cub. Per questo, l’ipotesi di reato formulata per entrambi è di abuso d’ufficio e falso. Secondo l’ipotesi accusatoria, Fabozzi avrebbe nominato Scialdone come direttore generale del Cub senza che quest’ultimo avesse i requisiti necessari.

La designazione, secondo i magistrati, sarebbe avvenuta, infatti, senza una selezione pubblica e in assenza delle competenze richieste. All’epoca della nomina, infatti, Scialdone rivestiva il ruolo di funzionario pubblico di ottavo livello e quindi non avrebbe maturato l’anzianità di servizio necessaria per quel ruolo. Venerdì Fabozzi fornirà al magistrato la sua versione dei fatti in relazione a questa vicenda, mentre domani, intanto, verrà interrogato in relazione all’altro filone di indagine, quello relativo all’omesso versamento di contributi previdenziali da parte dei vertici del Cub. Parallelamente all’inchiesta per abuso d’ufficio e falso, infatti, sono stati emessi dalla Procura tredici avvisi di garanzia per reati che vanno dalla truffa alla falsità materiale in atto pubblico fino all’omesso versamento dei contributi previdenziali. Tra i destinatari dei provvedimenti spiccano i nomi, oltre a quelli degli stessi Fabozzi e Scialdone, dell’ex primo cittadino di Grazzanise, Enrico Parente, e dell’attuale sindaco di Macerata Campania, Luigi Munno. L’ex sindaco Parente, insieme a Scialdone e Antonio Lagnena, avrebbe dato l’ok al bonifico con il quale sarebbero stati saldati i debiti di “falsi dipendenti” del Cub. Parente, quale presidente del Consorzio Unico di bacino per le province di Napoli e Caserta, Scialdone, quale dirigente dell’Ente, Lagnena quale dipendente, avrebbero violato le norme contabili ed amministrative che impongono la verifica dell’esistenza e della legittimità di un debito prima di provvedere a saldarlo. Presidente, dirigente e funzionario avrebbero dovuto accertarsi della regolarità della procedura e, soprattutto, dell’effettiva esistenza di un lavoratore alle proprie dipendenze.

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