PIGNATARO M. – Si dovrebbe aprire domani (18 luglio) alle 12, davanti alla Seconda Sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il processo scaturito da uno dei filoni dell’inchiesta denominata “Caleno” e che si è concentrata sulle attività illecite perpetuate nell’Agro Caleno dai clan Lubrano-Ligato e dei “casalesi”. Questo filone, che vede imputati – tra gli altri – esponenti apicali della cosca pignatarese, come i Ligato (da Raffaele, ai figli Pierino e Antonio), era stato oggetto di una controversia tra la Prima Sezione Penale – collegio C – e la Corte d’Assise, finita davanti alla Corte di Cassazione a causa di un conflitto negativo di competenza (con ordinanza del 10 novembre). La Suprema Corte, poche settimane fa, aveva risolto la questione dichiarando l’incompetenza della Prima Sezione Penale.
Così in un primo momento il procedimento era stato inviato alla Terza Sezione della Corte d’Assise, che, nell’udienza di ieri (16 luglio), ha preso atto della decisione della Corte di Cassazione e ha rinviato gli atti alla Seconda Sezione, davanti alla quale domani si aprirà di nuovo il processo. In quella sede, l’accusa sarà sempre sostenuta dai pm della Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica di Napoli, Giovanni Conzo e Liana Esposito; mentre il collegio difensivo sarà composto anche dagli avvocati Luciano Polizzi, Carlo De Stavola, Emilio Martino, Giuseppe Romano, Angelo Raucci e Mariano Omarto. All’atto della costituzione delle parti si dovrebbe presentare in aula anche l’avvocato Laura Carmen Di Rubba, la quale, con delibera di giunta numero 81 del 22 giugno scorso, ha ricevuto l’incarico di costituirsi parte civile in rappresentanza del Comune di Pignataro Maggiore. Proprio ieri, infatti, la Giunta si è riunita di nuovo per modificare con una nuova delibera, il numero del procedimento erroneamente riportato in precedenza.