PIGNATARO M. – Giorgio Magliocca, il suo difensore Mauro Iodice e tutti i magliocchiani non sembrano più tanto ansiosi di conoscere presto la sentenza d’appello nel processo che vede l’ex sindaco di Pignataro Maggiore ed ex consigliere provinciale del Pdl (ex An) imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica, nonostante in primo grado se la sia miracolosamente e incredibilmente cavata (assolto, con rito abbreviato, dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli perché “il fatto non sussiste”). E così all’udienza del 29 gennaio 2013, davanti alla quinta sezione penale della Corte d’Appello di Napoli, l’avvocato Mauro Iodice si è presentato con una richiesta di rinvio motivata dal fatto di essere difensore, in un diverso e contemporaneo procedimento penale, di imputati detenuti. Il presidente quindi ha rinviato il processo al 26 marzo 2013, dopo aver dichiarato – vista l’assenza di Giorgio Magliocca – la contumacia dell’imputato e sospeso i termini di prescrizione dei reati di cui è causa. Presente in aula, per la parte civile Comune di Pignataro Maggiore, l’avvocato Giuseppe Stellato (quale sostituto processuale dell’avvocato Pasquale Iovino). Presente anche il giornalista Enzo Palmesano che – assistito dall’avvocato Cesare Amodio – si è costituito parte civile con azione popolare, in vece della Provincia di Caserta, Ente che era rimasto inerte.
In ambienti solitamente molto bene informati su queste dinamiche giudiziarie, si è voluta leggere la mossa dell’avvocato Mauro Iodice come la dimostrazione di una difficoltà da parte della difesa di Giorgio Magliocca, bisognosa di un più lungo lasso di tempo per riflettere e per meglio articolare una via di fuga da una possibile, devastante condanna. Si aggiunge – sempre negli stessi ambienti – che lo studio Iodice-Borgia, a giudicare dalla chilometrica carta intestata, è talmente bene attrezzato da poter seguire, contemporaneamente, non solo due, ma anche più processi. Perché, allora, non affrontare subito la prova d’appello, tanto più che era stata la stessa difesa magliocchiana a chiedere (in tempi, evidentemente, in cui nutriva una maggiore fiducia nel destino) una anticipazione del processo? Queste riflessioni delle persone sempre molto bene informate vogliono essere, comunque, una attestazione di stima nei confronti dello scrupolo professionale dell’avvocato Mauro Iodice, che deve aver già meditato parecchio sull’atto di appello del valoroso pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dottor Giovanni Conzo, un documento che contiene clamorose smentite degli errori di valutazione del Gup che aveva assolto Magliocca. Insomma, è probabile che finora il difensore dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore non abbia trovato una risposta efficace (semmai esistesse) alla richiesta della DDA di riforma della sentenza di primo grado e di condanna di Magliocca a pena di giustizia. Non si tratta di buffetti sulla guancia per reati del genere: in caso di condanna, si possono rischiare circa otto anni di carcere, tenuto presente lo sconto di un terzo della pena per il rito abbreviato. Con la “pena” accessoria per gli incolpevoli, sedicenti giornalisti casertani che non si potrebbero far ispirare gli articoli da Giorgio Magliocca fino al lontano 2021. E che ci mettono sui giornali e sui siti Internet, da qui ad allora, le ricette della scarola “alla magliocchesca” o dei panzarotti “alla buciarda”?
Intanto, la parola d’ordine dei magliocchiani è quella di mettere in giro la voce che l’udienza a carico di Magliocca è stata rinviata per “eccessivo carico di lavoro della Corte”, come lo stesso ex sindaco deve aver dettato alla testata giornalistica online www.comunedipignataro.it. Ora basta vedere quali sedicenti cronisti giudiziari scriveranno la stessa cosa (omettendo di riferire che la richiesta di rinvio era stata formulata – come si è detto – dal difensore dell’ex sindaco), con la tesi dell’aggiornamento per “eccessivo carico di lavoro della Corte”, per farsi una geografia completa dei maggiordomi magliocchiani a mezzo stampa.
Morale della favola: tira una bruttissima aria per Giorgio Magliocca (e lui se n’è accorto), anche perché è stato addirittura il suo partito a bollarlo come “impresentabile” escludendolo dalla lista per la Camera dei deputati, unitamente ad altri “impresentabili” come i deputati uscenti (e per fortuna non rientranti) i molto onorevoli Nicola Cosentino e Mario Landolfi. Un repulisti di cui ha fatto le spese pure il testimone di nozze di Giorgio Magliocca, (in dialetto casalese stretto) “’u cumper’ Genner’”, all’anagrafe senatore Gennaro Coronella, anch’egli trombato dal Pdl in vena di ramazza contro Magliocca, i magliocchiani, i suoi amici, i suoi capi e i suoi “cumperi”.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it