Capi bufalini infetti: il Tar respinge il ricorso di un allevatore che aveva abbattuto 10 capi

Capi bufalini infetti: il Tar respinge il ricorso di un allevatore che aveva abbattuto 10 capi

PIGNATARO M. – Si è conclusa nelle aule giudiziarie un caso sanitario che ha interessato una azienda che opera in località Demanio di Calvi, sul territorio di Pignataro Maggiore, la quale si occupa della commercializzazione di latte proveniente dall’allevamento di capi bufalini. Lo scorso mese di ottobre, infatti, il responsabile del Servizio Veterinario di Sanità Animale UOV di Pignataro Maggiore dell’Asl di Caserta aveva ordinato al titolare della società l’abbattimento di dieci capi bufalini risultati positivi al test della intradermoreazione per la tubercolosi.

Il responsabile dell’azienda, però, aveva impugnato gli atti dell’Asl di Caserta, presentando ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio contro l’Azienda Sanitaria Locale di Caserta e il

Ministero della Salute, chiedendo l’annullamento – tra gli altri – del provvedimento di sospensione della qualifica sanitaria dell’allevamento e l’abbattimento dei dieci capi bufalini adulti, risultati positivi e/o dubbi alla prova comparativa della tubercolina, come allevati nell’azienda zootecnica bufalina ubicata in Pignataro Maggiore alla località Demanio di Calvi.

Con sentenza pubblicata il 29 maggio scorso, la sezione Terza Quater ha respinto il ricorso. “La possibilità dei c.d. “falsi positivi” – scrivono i giudici amministrativi – non può essere considerata di per sé sola argomentazione sufficiente ad infirmare la validità delle metodiche diagnostiche individuate dal Ministero della Sanità (ora Ministero della Salute), in quanto, in primo luogo, la possibilità dei c.d. falsi positivi è contenuta entro percentuali ridotte, in secondo luogo, il ricorso ad ulteriori metodiche alternative è previsto solo in ipotesi eccezionali, in quanto verosimilmente rischierebbe di allungare la tempistica per la rapida eradicazione della tubercolosi bovina e bufalina (peraltro, dalla nota della A.s.l. di Caserta – Dipartimento di prevenzione – Servizi veterinari del 9 ottobre 2018, prot. 226740VET22A, risulta che n. 8 capi bufalini dell’azienda del ricorrente sono risultati positivi alla prova del gamma interferone, il che giustifica ulteriormente l’adozione nei confronti della predetta azienda dei protocolli previsti per l’eradicazione della tubercolosi)”.

I giudici, ricordando che la tubercolosi è una malattia trasmissibile dall’animale all’uomo e che per i capi bufalini abbattuti sono previsti degli indennizzi, hanno respinto l’istanza compensando tuttavia le spese.

 

Red. Cro,

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