Capua: torna il mito-Berlinguer nella versione del giovane Fabio Carbone

Capua: torna il mito-Berlinguer nella versione del giovane Fabio Carbone

CAPUA – “Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai. La vita, la politica, i pensieri lunghi di Enrico Berlinguer”: è il titolo eloquentissimo di un importante libro pubblicato di recente dal politologo capuano Fabio Carbone per le edizioni Aracne. Sarà presentato sabato 30 aprile, con inizio alle ore 18, presso la sala “Palasciano” del palazzo municipale, in Piazza dei Giudici. Il giornalista Fiorenzo Marino provvederà ad introdurre e a commentare gli interventi di tre autorevoli relatori: Adolfo Villani (ex consigliere regionale dei Democratici di Sinistra), Gianni Cerchia (Docente di Storia contemporanea – Università del Molise) e Simone Oggionni (del Coordinamento nazionale della Sinistra Italiana). Un appuntamento culturale e politico da non perdere, dunque. Infatti, Capua, che vanta una solida tradizione progressista (benché a corrente alternata), per una serata tornerà ad ospitare un articolato dibattito intorno ad un uomo straordinario che seppe profondamente impregnare delle sue idealità un’intera stagione della recente storia d’Italia. E la promettente circostanza verrà dal solido contributo sgorgato dall’impegno interpretativo di un giovane autore da assumere ad esempio per studio e passione politica, due talenti rari nei tempi che corrono. Senza alcun dubbio Enrico Berlinguer è da tempo, per moltissimi, un “mito”: non si contano i suoi biografi e, oltretutto, la sua testimonianza resta fra le più limpide che la classe politica italiana ha saputo esprimere dal dopoguerra ad oggi. La ricerca di Carbone viene ad aggiungersi, nella saggistica di specie, per scioltezza di dati e di argomentazioni. Centottanta pagine scritte a cuore aperto e capaci di convincere quanti ancora s’attardano, tout court, a ritenere inevitabilmente “sporca” la politica e gli uomini che la rappresentano, cioè coloro che, pur comprensibilmente schiacciati

dalle scandalose vicende ripetutesi negli ultimi decenni, poco o nulla pensano e fanno per restituire alla politica ed ai suoi esponenti una rinnovata dignità che, si badi bene, è compito di un intero popolo e non di sparute minoranze d’inguaribili sognatori. Le responsabilità, infatti, sono ben più diffuse e generalizzate di quanto ad alcuni fa comodo immaginare. Anche su questo vasto versante Berlinguer ha fatto scuola.

Ha scritto in “prefazione” Paolo De Marco: “Nel suo lavoro Carbone in primo luogo mette giustamente in evidenza lo stretto rapporto personale di Berlinguer con Togliatti e la continuità delle posizioni del primo con le proposte e le strategie politiche del ‘Migliore’, riprese coerentemente fino alle loro estreme, logiche conseguenze”. Sappiamo tutti quali furono gli approdi razionali e finali della sua leale e lungimirante “fatica”. Come il grande Molière, Enrico Berlinguer collassò sul “palcoscenico”. Un personaggio esemplare, che di sé diceva: “Da giovane ho fatto una scelta di vita: stare dalla parte dei più deboli, degli sfruttati, dei diseredati, degli emarginati. E lo farò fino alla fine della mia vita”. Avvenne proprio così. E sabato, nell’aula  la sua alta figura tornerà in discussione. Villani, Cerchia e Oggionni ne illustreranno, certamente bene, i tratti distintivi evidenziati da Carbone e poi ciascuno del pubblico presente liberamente trarrà le conclusioni, sul volume e soprattutto sui sentieri antichi e sempre nuovi che i cicli della storia dei popoli tornano ad indicare a quanti sanno, con serietà e responsabilmente, guardar lontano, pur avendo piedi, menti e cuori ben piantati nell’attualità.

Raffaele Raimondo

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