PIGNATARO M./CALVI R. – Il delicatissimo “caso Farzati” – esploso a seguito di un’inchiesta del blog di giornalismo investigativo “Pignataro Maggiore News” – approda alla Camera e sui tavoli dei ministri dell’Interno e della Giustizia grazie ad una interrogazione parlamentare a risposta scritta, la numero 4-02880 del 6 dicembre 2013, presentata nella seduta numero 133 dal deputato di Sel (Sinistra ecologia e libertà) Arturo Scotto, coordinatore del partito in Campania.
Ecco di seguito il testo integrale del documento:
“SCOTTO. — Al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la «Casertana Recuperi srl» e Antonio Luca Iorio (figlio del Giudice di Pace Vittoria Farzati) hanno presentato un ricorso depositato al TAR Campania di Napoli il 3 ottobre 2012 in merito al «silenzio-rifiuto tenuto dalla prefettura di Caserta sulla istanza presentata in data 25 luglio 2011 dalla ricorrente per il riesame e aggiornamento dell’informativa antimafia protocollo 1086/12.B.16/ANT/AREA 1 del 28 settembre 2009»;
la prossima udienza presso il TAR in merito al ricorso è prevista per il 15 gennaio 2014;
l’interdittiva antimafia da cui è stata colpita la «Casertana Recuperi srl» è stata emessa dalla procura di Caserta il 28 settembre 2009, mentre la comunicazione è stata ricevuta quasi otto mesi dopo, il 18 maggio 2010;
l’interdittiva antimafia in questione fu emessa perché ex socio della «Casertana Recuperi srl» era Vincenzo Abbate, arrestato per associazione mafiosa e ritenuto dai magistrati della DDA di Napoli uomo del boss del clan dei casalesi Michele Zagaria;
secondo il GIA la cessione delle quote societarie da parte di Vincenzo Abbate successivamente al suo arresto, era stata un mero espediente per aggirare la normativa antimafia;
di Vincenzo Abbate si parla anche nel libro del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Catello Maresca, scritto in collaborazione con il giornalista Francesco Neri, «L’ultimo bunker – La vera storia della cattura di Michele Zagaria, il più potente e più feroce boss dei Casalesi»;
secondo il pubblico ministero Maresca Vincenzo Abbate si occupava, col fratello Luigi, di costruzioni edili, ed era finito per questo motivo nel mirino del clan dei casalesi, subendo minacce pressanti, intimidazioni violente, richieste di tangenti pari al 6-7 per cento del valore degli appalti;
i fratelli Abbate avevano ritenuto conveniente pagare, e col tempo il rapporto si era trasformato in proficua collaborazione;
le sentenze susseguitesi negli anni hanno raccontato di un legame sempre più intenso e di un impegno sempre più forte che avrebbe consentito agli Abbate di rendere la loro impresa di costruzioni una delle più ricche della provincia di Caserta, proprio grazie all’appoggio del clan;
nelle vicende societarie della «Casertana Recuperi srl» oltre a Vincenzo Abbate, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere il 24 giugno 2006 con l’accusa di associazione mafiosa, figurano i figli della dottoressa Farzati, ovvero Antonio Luca Iorio e Maria Giuseppa Iorio;
la «Casertana Recuperi srl» si era già rivolta al TAR Campania Napoli per chiedere l’annullamento dell’interdittiva antimafia emessa dalla prefettura di Caserta, ma con sentenza depositata in segreteria il 22 dicembre 2010 la prima sezione del TAR aveva respinto il ricorso n. 3613/2010;
nella sentenza in questione si legge che gli elementi indiziari posti a fondamento dell’impugnata informativa risultano dall’informativa del Comando provinciale Carabinieri di Caserta n. 0225509/3-3 di prot. «P» del 2 agosto 2008;
in tale nota informativa si rappresentava che anche Nicolino Iorio, padre convivente dell’amministratore della «Casertana Recuperi srl», sarebbe gravato da precedenti di polizia per associazione a delinquere, truffa, reati finanziari, furto e ricettazione;
anche il Consiglio di Stato ha dato ragione alla prefettura, a fronte di un ulteriore ricorso della «Casertana Recuperi srl», respingendo con ordinanza depositata l’11 marzo 2011 la richiesta di sospensione dell’efficacia della sentenza del TAR della Campania e ritenendo che non sussistevano i presupposti per l’accoglimento dell’istanza cautelare perché le argomentazioni svolte dal giudice di primo grado erano condivisibili;
dal 28 settembre 2009, data di emissione dell’interdittiva antimafia a carico della ditta «Casertana Recuperi srl», per tutti i quattro anni successivi, la dottoressa Farzati ha continuato ad amministrare la giustizia in sede civile e penale da giudice di pace, rivestendo peraltro il ruolo delicatissimo di coordinatrice dell’ufficio di Pignataro Maggiore;
a seguito dell’interdittiva antimafia, nel luglio 2012 era stata iscritta alla Camera di commercio di Caserta la «Cales Ambiente srl», costituita pochi giorni prima e di proprietà della dottoressa Vittoria Farzati e della figlia Maria Giuseppa Iorio, società cui sono state trasferite le varie autorizzazioni della «Casertana Recuperi srl», con il via libera alle volture da parte della Regione Campania, dell’amministrazione provinciale casertana e del comune di Calvi Risorta;
nell’oggetto sociale della «Cales Ambiente srl» si fa riferimento, tra l’altro, alla gestione di impianti per lo stoccaggio, la trasformazione ed il trattamento di materiali inerti, ed al recupero e preparazione per il riciclaggio di rifiuti solidi urbani, industriali e biomasse;
la voltura delle varie autorizzazioni dalla «Casertana Recuperi srl» alla «Cales Ambiente srl» si basa su un contratto di comodato della durata di quattro anni, con decorrenza 1o agosto 2012, tra le due società, e dal sito della «Cales Ambiente srl» risulta che quest’ultima si avvale della collaborazione di una terza realtà imprenditoriale, ovvero «La Vittoria srl», costituita il 12 luglio 1995 e di proprietà sempre dei due figli della Farzati (il nome stesso della società sarebbe stato scelto in omaggio a lei);
il nome di Vittoria Farzati (o meglio, di Vittoria Forzati, a causa di un refuso superabile dalla verifica di come il codice fiscale associato al nome sia quello della dottoressa Farzati) appare in qualità di responsabile tecnico de «La Vittoria srl» in due diversi documenti, uno con inizio validità il 25 settembre 2012 e l’altro l’11 dicembre 2012;
«La Vittoria srl» ha come oggetto sociale, tra l’altro, trasporto per conto terzi, intermediazione di rifiuti, lavori edili, industriali, idrici per la distribuzione dell’acqua potabile, ed i due atti citati che vedono la Farzati come responsabile tecnico della società riguardano rispettivamente la raccolta ed il trasporto di rifiuti speciali non pericolosi, e la raccolta ed il trasporto di rifiuti pericolosi;
i fatti narrati sono riportati negli articoli pubblicati dal blog d’informazione «Pignataro Maggiore News» il 6, 11 e 14 aprile ed il 3 e 30 ottobre 2013 intitolati rispettivamente «Giudice di Pace di Pignataro Maggiore, la coordinatrice Vittoria Farzati nella tempesta: la società di famiglia colpita da interdittiva antimafia», «Il Giudice di Pace Vittoria Farzati personalmente impegnata negli affari di famiglia – Ecco gli intrecci tra «Casertana Recuperi srl», «Cales Ambiente srl» e «La Vittoria srl», della «Casertana Recuperi srl» si occupò anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti – Pure il Consiglio di Stato ha dato torto alla società di famiglia del Giudice di Pace Vittoria Farzati», «Nel libro del pm Catello Maresca si parla dell’ex socio dell’impresa di famiglia del Giudice di Pace Vittoria Farzati – Vincenzo Abbate è un uomo del superboss Michele Zagaria» ed infine «Il caso del Giudice di Pace Vittoria Farzati: scende in campo il pezzo da novanta cosentiniano Carlo Sarro – Attesa per una eventuale iniziativa del vendoliano Arturo Scotto» –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure in tema di infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti sul territorio siano già state assunte in merito;
ove in particolare fossero effettivamente confermate le cointeressenze del giudice Farzati nella società indicata in premessa, se risulti sia stata valutata la compatibilità con la prosecuzione dell’esercizio delle funzioni di giudice di pace”.
Fin qui l’interrogazione parlamentare del deputato Arturo Scotto. Ora si attendono le risposte dei ministri interrogati e di tutte le altre varie Autorità competenti per fare finalmente piena luce sul gravissimo “caso Farzati”.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it