PASTORANO – Rischia seriamente di finire in Procura la lunghissima vertenza amministrativa che da anni vede protagonisti il Comune di Pastorano, la famiglia Aniello-De Stavola e il signor Felice Gagliardi. Nata come una vicenda strettamente urbanistica, nel tempo si è arricchita di ulteriori capitoli. Uno di questi è stato oggetto di una sentenza perfino di una sezione civile del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Proprio quest’ultima vicenda, ultimamente, è ritornata al centro dell’attenzione tra gli uffici del Comune di Pastorano.
La vicenda prende le mosse nel 2013, quando l’Ente – con ordinanza numero 64 di quell’anno – ordina alla famiglia Aniello la rimozione e lo smaltimento di lastre di eternit che gli stessi avevano ritrovato nei pressi della propria abitazione. I proprietari, infatti, avevano denunciato tale ritrovamento, ma finirono per essere ingiustamente accusati di essere i responsabili dello sversamento di rifiuti, tanto da dover impugnare dinanzi al Tar Campania il provvedimento emesso dall’ente comunale, dimostrando poi la loro estraneità rispetto ai fatti contestati.
Dopo la vittoria ottenuta dinanzi al giudice amministrativo, i coniugi Aniello – De Stavola riuscirono a ottenere anche il risarcimento dei danni individuando, attraverso telecamere e testimoni escussi in giudizio, il responsabile di tali condotte nel signor Gagliardi, abitante nell’immobile confinante. Il giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sede di Caserta -, dottoressa Carla Bianco, condannò il responsabile a pagare, a favore dei signori Gaetano Aniello e Giuseppina De Stavola, una somma di denaro a titolo di risarcimento danni che sfiorava i 5.000 euro, oltre alle spese processuali ammontanti a circa 3.000 euro.
Visto quanto stabilito dal Tar e dalla giustizia civile, la famiglia Aniello si sarebbe aspettata una nuova ordinanza del Comune di Pastorano questa volta finalizzata a chiedere al signor Gagliardi la rimozione delle lastre di eternit dalla loro proprietà. E, invece, le cose sono andate diversamente. Tanto che i coniugi Aniello, tramite l’avvocato Luciano Polizzi (del foro di Santa Maria Capua Vetere), il 24 aprile scorso hanno inviato una istanza per l’adozione del provvedimento amministrativo nei confronti del signor Felice Gagliardi, ma dopo quasi otto mesi nulla è stato fatto per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini della zona, comprese, ovviamente, le vittime di tutta questa vicenda. Così il legale, lo scorso 7 novembre, ha inviato una diffida nella quale si fa presente che la famiglia Aniello non ha ricevuto alcuna comunicazione di avvio del procedimento malgrado siano i soggetti danneggiati. Inoltre, proprio perché sussiste l’interesse pubblico alla repressione dei reati ambientali di cui gli enti comunali ne sono portatori a tutela della collettività, il Comune dovrebbe sanzionare l’autore dell’illecito amministrativo.
Secondo quanto sostenuto dai diretti interessati, il mancato provvedimento comporterebbe una disparità di trattamento e una omissione di atti di ufficio. Per queste ragioni, l’avvocato ha diffidato l’Ente a intervenire o comunque a rendere note le cause del ritardo. In caso contrario si preannuncia anche una denuncia alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Red. Cro.