PIGNATARO MAGGIORE – I buontemponi della piazza e quelli occulti di Palazzo Scorpio (sede dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore) ora più che mai si stanno facendo un sacco di risate a spese del traballante sindaco Giorgio Magliocca e dicono che l’assessore alla cultura Rossella Del Vecchio nell’occasione “ha fatto 13”, con riferimento al numero di assenze consecutive alle riunioni di Giunta. Quella del 25 agosto 2020 è stata una seduta particolarmente significativa perché oltre a Rossella Del Vecchio non si è visto nemmeno il sindaco, cosa che ha fatto immediatamente pensare al capitano (Giorgio Magliocca) che invece di affondare con la nave tenta di mettersi in salvo abbandonando la ciurma al suo infelice destino.
La riunione di Giunta in modalità videoconferenza di cui alla deliberazione numero 109, approvata dal vice-sindaco Antonio Palumbo e dagli assessori Gerardo Del Vecchio e Vincenzo Romagnuolo, ha avuto al centro un unico argomento: la nomina di un avvocato (Carlo De Stavola) per affrontare la delicata questione del sequestro del depuratore del Comune di Pignataro Maggiore a norma dell’articolo 321 del codice di procedura penale su disposizione della Procura della Repubblica competente nell’ambito del procedimento penale numero 11695/2020. Il pubblico ministero procede per il reato previsto e punito dall’articolo 452 del codice penale (“delitti colposi contro la salute pubblica”) e ha emesso un decreto di sequestro preventivo con richiesta di convalida inoltrata al giudice delle indagini preliminari. Il provvedimento di sequestro è stato notificato dai carabinieri forestali della Stazione di Castel Volturno, con il comandante maresciallo Marvin Trimarchi, agli inquilini di Palazzo Scorpio il 22 agosto 2020; e nella suddetta riunione di Giunta del successivo 25 agosto si sono vissuti lunghi momenti di grande fibrillazione. Si capisce pure dal testo della citata deliberazione di Giunta numero 109 che gli inquilini di Palazzo Scorpio (non solo i politici, ma anche qualche funzionario) si sono spaventati parecchio per il blitz dei carabinieri forestali.
Come ben sanno i nostri pochi ma affezionati lettori, i carabinieri (non solo i forestali, ma anche quelli della Stazione di Pignataro Maggiore) si sono fatti vedere molto spesso a Palazzo Scorpio nelle ultime settimane. E l’opinione pubblica ha collegato tali frequenti visite degli investigatori al gravissimo “caso Lubrano-Felicità”, cioè all’incredibile accordo di partenariato per manifestazioni anti-camorra firmato dal sindaco Giorgio Magliocca con il “Gruppo sociale La Felicità”, l’associazione culturale i cui componenti del consiglio direttivo sono tutti – nessuno escluso – o amici o parenti della famiglia Lubrano, quella del defunto capomafia (condannato all’ergastolo per l’omicidio Imposimato) Vincenzo Lubrano. Giorgio Magliocca (presidente della Provincia e commissario provinciale di Forza Italia, che ha portato allo sfascio) non si è più ripreso dalla riunione di Consiglio comunale del 26 maggio 2020 quando, spaurito, pallido e politicamente balbettante, è stato inchiodato alle sue responsabilità dall’assessore Rossella Del Vecchio e costretto ad annunciare che non si ricandiderà alla carica di sindaco alle elezioni amministrative del prossimo anno.
L’assessore alla Cultura aveva anche lei approvato il famigerato accordo con il lubranesco “Gruppo sociale La Felicità” – pur senza leggere le carte – nella riunione di Giunta del 4 luglio 2019, fidandosi all’epoca ciecamente di Giorgio Magliocca; anzi Rossella Del Vecchio figurava, con il sindaco, quale proponente del partenariato. Ma nella drammatica seduta del Consiglio comunale del 26 maggio 2020 Rossella Del Vecchio ha affermato che non sapeva niente dell’associazione culturale legata alla famiglia Lubrano e che l’idea di un accordo con il “Gruppo sociale La Felicità” era stata del solo Giorgio Magliocca. Lo scontro è durissimo e Giorgio Magliocca si sarebbe già dimesso se avesse avuto una pur piccola briciola di dignità politica. Il sindaco è alle corde: Rossella Del Vecchio non partecipa più alle riunioni di Giunta e lui non può permettersi la pericolosa e suicida manovra (mentre sono accessi i riflettori di prefettura e magistratura sul “caso”) di cacciare l’assessore che aveva sollecitato la richiesta di informazioni antimafia a carico dell’associazione culturale “Gruppo sociale La Felicità”.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it