PIGNATARO M. – Un’altra conferma in sede giudiziaria: ci furono davvero le cene pre-elettorali al ristorante “Ebla” di Triflisco, in vista delle elezioni comunali pignataresi del 2002, tra Giorgio Magliocca (allora consigliere provinciale in carica, poi approdato alla corte romana di Alemanno) e il boss mafioso Raffaele Lubrano detto “Lello”. Il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottoressa Gabriella Maria Casella, ha pertanto emesso decreto di archiviazione (depositato in cancelleria il 3 luglio 2012) per una querela dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, che si era detto diffamato da un manifesto diffuso da varie forze politiche dell’opposizione di centrosinistra il 15 aprile 2007 (Ds, Margherita, Sdi, Udeur, Rifondazione comunista e Verdi) con il quale si chiedevano le sue dimissioni. Il Giudice ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dottoressa Ilaria Sasso del Verme, e quindi ha rigettato la opposizione del denunciante Giorgio Magliocca in quanto – ha sottolineato la dottoressa Gabriella Maria Casella – “la notizia di reato è infondata perché gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non sono idonei a sostenere l’accusa in giudizio”.
Molto interessanti – e che rappresentano un pesante fardello per l’ex sindaco ed ex consigliere provinciale Giorgio Magliocca – le argomentazioni della richiesta di archiviazione del pubblico ministero del procedimento penale per diffamazione a carico di “Robert Panagrosso + 5”. Con Robert Panagrosso (Ds) erano stati iscritti nel registro degli indagati (oltre a tre persone che sostennero di non avere niente a che fare con il manifesto) Giovanni Cuccaro (Udeur) e Giuseppe Giordano (Sdi). “A tutti gli indagati – si legge nel documento a firma della dottoressa Ilaria Sasso del Verme – è stato contestato nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari di aver offeso l’onore e la reputazione di Magliocca Giorgio, sindaco del Comune di Pignataro Maggiore, mediante la distribuzione di volantini nei quali si affermava che il Magliocca ‘trattava affari e accordi elettorali con gli ambienti malavitosi’, che aveva preso parte ad una cena con un noto ‘boss’ della famiglia locale e che era coinvolto nello ‘scandalo CE4’. Va premesso che il volantino era stato scritto e distribuito da appartenenti ai partiti politici di opposizione, i quali chiedevano le dimissioni del sindaco, e che pertanto va considerato espressione del diritto di critica politica. Come affermato costantemente anche dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, è scriminata dall’esercizio del diritto di critica politica la condotta, potenzialmente diffamatoria, qualora la notizia sia vera, si connoti di pubblico interesse e di continenza formale, non trasmodando la comunicazione in attacchi personali (Cassazione, Sezione 5, sentenza numero 41767 del 21 luglio 2009)”.
Il pubblico ministero così prosegue: “Nel caso di specie deve osservarsi che, come evidenziato nella memoria difensiva agli atti, la notizia della cena del Magliocca con Raffaele Lubrano, boss della camorra, si era diffusa da anni tanto da divenire ‘fatto notorio’ ed era stata oggetto non solo di numerosi articoli di stampa ma anche di esposti indirizzati alla Autorità giudiziaria. Alla citata memoria risultano infatti allegati alcuni articoli di stampa in cui veniva diffusa la medesima notizia. La vicenda era stata anche oggetto di discussione in Consiglio comunale. Il fatto storico risulta essere stato, peraltro, confermato da alcuni testi escussi nel giudizio civile pendente innanzi al Giudice Monocratico di Santa Maria Capua Vetere (verbali di udienza allegati alla memoria difensiva) ed in particolare Eliseo Cuccaro e Francesco Parisi, i quali hanno dichiarato di aver partecipato ad una cena insieme al Magliocca ed a Raffaele Lubrano, aggiungendo che il Magliocca chiese al Lubrano un appoggio elettorale per la sua futura candidatura a sindaco di Pignataro Maggiore e che il Lubrano si dichiarò disponibile”.
“Ciò premesso – si legge ancora nella richiesta di archiviazione -, nel caso di specie, dal tenore e dal contenuto del volantino non può dubitarsi, a parere della scrivente, che gli autori abbiano rispettato le condizioni che, per consolidata giurisprudenza, sono necessarie ai fini della sussistenza della causa di giustificazione di cui all’articolo 51 del Codice penale dell’esercizio del diritto di critica politica: la verità o veridicità della notizia, l’esistenza dell’interesse pubblico alla conoscenza dei fatti e la continenza dell’esposizione. Ed invero la notizia riportata nel volantino appare veridica, le espressioni usate conservano carattere prevalentemente informativo e critico e, tenuto conto della rilevanza sociale dell’argomento e della correttezza delle espressioni usate, non si ritengono lesive della reputazione del querelante e quindi diffamatorie. Trattasi di valutazioni critiche con le quali, pur utilizzando espressioni dal contenuto forte, i partiti di minoranza chiedevano le dimissioni del sindaco Magliocca. Quanto poi in particolare alla frase ‘cosa rispondono Giorgio Magliocca ed i suoi fidi coinvolti nello scandalo CE4?’, devono condividersi le osservazioni contenute nella memoria difensiva: effettivamente il coinvolgimento nello scandalo CE4 appare riferito non al Magliocca quanto ai ‘suoi fidi’. La notizia, anche in questo caso esposta nei limiti della continenza e rispondente all’interesse pubblico – conclude la dottoressa Ilaria Sasso del Verme -, è chiaramente riferita a Valente Giuseppe (con il quale nel 2006 il Magliocca strinse un accordo elettorale) ed è oggettivamente rispondente al vero, atteso che il Valente era stato colpito da misura cautelare nell’ambito delle indagini relative al Consorzio CE4. All’esito delle indagini si ritiene, per quanto sopra esposto, che non sussistano elementi sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio nei confronti degli indagati”. Ancora una volta fallisce il tentativo di Giorgio Magliocca di negare gli incontri a cena con il boss Lello Lubrano.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it