CALVI R. -La conferenza di servizi “Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), relativa all’impianto che la “Iavazzi Ambiente scarl” intende realizzare in Zona Industriale ASI, nel Comune di Calvi Risorta, convocata per ieri, 15 gennaio 2016, alle 10.30, presso la sede della Regione Campania, U.O.D. “Autorizzazioni Ambientali e Rifiuti – Caserta”, è stata rinviata a data da destinarsi. A sancirlo la dott.ssa Norma Naim, Presidente della Conferenza, sentito il parere degli altri enti preposti. La motivazione del rinvio è l’interdittiva antimafia che grava sulla ditta in questione.
Il progetto di realizzazione e gestione di un impianto biogas, acquisito dal protocollo regionale in data 11/07/2014, presentato dalla Iavazzi, era privo di una serie di requisiti di conformità. Nella riunione di oggi bisognava discutere sulla documentazione integrativa. Presenti un delegato del Comune di Pignataro Maggiore, due rappresentanti del Comitato per l’Agro caleno No Centrale a Biomasse, l’ARPAC, un delegato dell’ASI, il sindaco di Calvi Risorta, dott. Giovanni Marrocco, accompagnato dalla Presidente del Consiglio, dott.ssa Franca Taffuri. Il sindaco era ed è intenzionato a rimanere fermo sulla posizione assunta nella precedente seduta nella quale aveva espresso parere negativo, in quanto il territorio è già gravato da una contaminazione storica, pertanto l’istallazione di una centrale andrebbe a peggiorare ulteriormente la già precaria condizione ambientale e la salute pubblica.
E mentre si è chiamati ad esprimere parere positivo o negativo sulla realizzazione di una centrale a biomasse nel Comune di Calvi Risorta, appare sul Burc Campania il Decreto Dirigenziale n. 10 dell’08/01/2016 avente per oggetto “Provvedimento di valutazione di impatto ambientale relativo al progetto “Impianto di smaltimento dei rifiuti non pericolosi con capacità sup. a 50 mg al giorno”, proposto dalla ditta GATE S.R.L. – CUP 7520. La zona interessata è decisamente a pochi metri dall’Area ex Pozzi – Ginori, precisamente in via Appia,7 km187 zona ASI, nel comune di Sparanise.
Ci rammarica constatare che, nonostante tutte le misure atte a preservare un territorio già fortemente martoriato da uno sfruttamento scellerato, nonostante il nostro sia un territorio a vocazione prettamente agricola, nonostante a pochi passi ci sia un patrimonio archeologico da custodire e difendere, sembra non basti il grido di allarme lanciato dalle comunità.
Luciana Antinolfi