CALVI R. – Il 30 maggio si è svolto a Calvi Risorta il Consiglio Comunale. Per l’occasione i consiglieri Giovanni Marrocco, Nicola Cipro, Ermanno Izzo e Antonello Bonacci hanno presentato un’interrogazione consiliare al Sindaco, riguardante la presunta costruzione sul territorio dell’agro caleno di una centrale a biomasse, per verificare la posizione dell’amministrazione in merito. La risposta da parte del Sindaco, sul punto in questione, secondo i consiglieri, è stata “insoddisfacente e parziale, anzi era alquanto irritato”. Ai quattro firmatari dell’interrogazione si è aggiunto anche il consigliere Zacchia, i quali hanno ritenuto opportuno, secondo quanto previsto dall’art. 23 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, di richiedere la convocazione urgente di un ulteriore consiglio e che si tenga in modalità “aperto” e in orario pomeridiano o serale per consentire la più ampia partecipazione dei cittadini sull’argomento. Inoltre, considerate le possibili ripercussioni sull’ambiente e la necessità di salvaguardare il territorio e la salute, manifestano il proprio disappunto alla realizzazione dell’ecomostro e si attivano a sollecitare un’azione congiunta con le altre amministrazioni dei comuni dell’ agro caleno. Il diniego del sindaco e dei suoi più stretti collaboratori a dare spiegazioni, desta amarezza. I cittadini hanno il diritto di sapere quali sono le decisioni dell’amministrazione e gli eventuali contatti presi con la società Iavazzi che dovrebbe realizzare la centrale. Non si può non essere a conoscenza della questione visto che sono stati acquistati dei terreni e ottenuti dei finanziamenti, inoltre esiste un prot. N. 5621, datato 10 maggio 2013 per la richiesta della Iavazzi, rappresentata dal titolale Iavazzi Raffaele e dal progettista Ing. Salzillo Antonio, riguardante la “Demolizione di ruderi industriali” nell’area ex Pozzi.
In un momento così critico dal punto di vista occupazionale, ci saranno sicuramente dei riscontri positivi in termini di posti di lavoro, però il territorio caleno è già fortemente penalizzato dalla presenza di un altro ecomostro qual è la centrale termoelettrica di Sparanise, dal mancato funzionamento degli impianti di depurazione, dalla presenza di discariche abusive, il tutto a ridosso dell’area archeologica, patrimonio immane ereditato dalla storia che potrebbe veramente rappresentare una risorsa di non poco conto per il paese. Inoltre seppure tutto funzionasse a norma di legge, l’uso di biomasse a scopo energetico presenta problemi di impatto ambientale tutt’altro che trascurabili. Infatti da studi effettuati risulta che la combustione di legna e di altre biomasse in impianti industriali produce composti tossici e grandi quantità di polveri inquinanti
che immessi direttamente e indirettamente nell’ambiente possono, in modo rilevante, ridurre la produzione agricola o essere incompatibili con gli obiettivi di una produzione agricola ed alimentare di alta qualità. E ciò rappresenta un ulteriore danno per il territorio caleno in cui l’attività agricola rappresenta fonte primaria di approvvigionamento.
Quindi bisogna riflettere sui rischi sanitari derivanti da questa contaminazione, perché per quanto piccoli possano essere stimati, non sono giustificati dai benefici collettivi indotti dalla realizzazione dell’impianto.
Per questo motivo si chiede l’intervento di tutte le Associazioni sul territorio, dei cittadini, di tutte le forze presenti, affinchè l’impianto non venga realizzato: le centrali a biomasse proposte non sono assolutamente una scelta obbligata, né tantomeno una scelta strategica allo sviluppo del Paese.
Luciana Antinolfi