Centrale a biomasse: Speranza per Pignataro interviene sulla questione e attacca il sindaco Caparco

Centrale a biomasse: Speranza per Pignataro interviene sulla questione e attacca il sindaco Caparco

PIGNATARO M. – Pubblichiamo di seguito una nota di Speranza per Pignataro, inviata da uno degli esponenti del movimento, Vincenzo De Tommaso:

C’era una volta una terra chiamata Campania Felix per l’eccezionale qualità delle terre, formate da millenni di depositi vulcanici, fertilissime, trasformate dall’azione del sole e dell’uomo, e matrici di paesaggi stupendi, territori di elevatissima qualità e di eccezionale valore estetico, culturale ed economico, dove il panorama dell’Agro Caleno era caratterizzato da un parte dalla torre del castello di Francolise e dall’altro dal campanile della Cattedrale Romanica, entrambi visibili da buona parte del territorio degradante verso il mare. Oggi la Campania Felix  non esiste più ed anche quel panorama oggi è cambiato, stravolto  dalla massiccia sagoma della centrale elettrica di Sparanise, visibile praticamente da ogni dove.

Dopo aver faticosamente respinto le varie emergenze che negli ultimi anni hanno minacciato l’Agro Caleno come la discarica provinciale di Torre dell’Ortello e la centrale a biomasse della Biopower, episodi a nostro avviso strettamente collegati tra di loro, ecco che   un nuovo allarme interessa da vicino il nostro territorio, proprio mentre speravamo che dopo l’esperienza della centrale a biomasse di Pignataro Maggiore non avremmo più dovuto occuparci di episodi simili, soprattutto considerando che quello per le biomasse si è rivelato un mero interesse speculativo, con un mercato drogato dagli incentivi statali, ecco che già si profila all’orizzonte l’ennesima aggressione al territorio rappresentata dalla centrale della Iavazzi.

Nell’ultimo secolo le nostre terre hanno subito le offese della guerra, dell’invasore nazista, dei bombardamenti alleati, hanno conosciuto la povertà e l’emigrazione, ma la laboriosa gente calena è sempre riuscita a ricostruire ciò che gli altri hanno distrutto. E crediamo di non esagerare affermando che ancora oggi siamo in guerra e che l’Agro Caleno per la sua posizione geografica è diventato un avamposto, una prima linea che faticosamente argina l’invasione di una disordinata industrializzazione pesante che stravolge la naturale vocazione del nostro territorio e brucia il nostro futuro.

Ma il nemico  paradossalmente oggi non è lo straniero, ma le istituzioni, quelle stesse istituzioni che noi cittadini abbiamo eletto e che dovrebbero rappresentarci, e che dovrebbero tutelare e proteggere il nostro territorio ma che ultimamente sembra si stiano accanendo contro di noi, quelle stesse istituzioni che altrettanto paradossalmente riescono a reperire e stanziare decine di milioni di euro per un inceneritore e un bel niente per il rilancio di un’area archeologica importantissima come quella dell’antica Cales. Una vergogna.

Le nostre terre offrono un’opportunità unica, basta semplicemente allungare la mano per cogliere i frutti straordinari di cui il nostro territorio letteralmente trabocca, dove la natura, l’uomo ed il tempo hanno creato quel meraviglioso ed irripetibile connubio rappresentato da un clima unico, terre eccezionalmente fertili e ricche di storia, con un’area archeologica unica nel suo genere, tanto ricca quanto inspiegabilmente abbandonata a se stessa e vergognosamente trascurata, che ha sfidato i secoli per giungere a noi ridotta ad una pattumiera.

La gestione del territorio in Campania viene interpretata in maniera profondamente diversa ai vari livelli istituzionali e gli amministratori locali spesso e volentieri riescono a vanificare in pochi istanti tutto quello che un’intera comunità è riuscita faticosamente ad ottenere e invece di effettuare programmazioni a lungo termine per il rilancio del nostro territorio, molte amministrazioni si limitano a puntare sulle facili speculazioni industriali devastando terreni agricoli di pregio, e tutto questo grazie a piccoli politici senza futuro incapaci di guardare oltre e che vivono alla giornata, in attesa dei potenti di turno e delle loro promesse.

Noi siamo sempre stati contrari a progetti di questo tipo non per mera ideologia politica  ma per intima convinzione, perché fermamente convinti che tali scelte sono guidate solo dalla ricerca del profitto, perché le biomasse necessarie per alimentare tali impianti nel nostro territorio, se non addirittura nella nostra nazione, non esistono mentre abbonda l’immondizia, e si sa che in Campania l’immondizia è un grosso affare. E fa male, molto male se qualcuno pensa che siamo contrari agli ecomostri solo quando i progetti li propone l’ex Sindaco MAGLIOCCA  mentre siamo favorevoli quando gli stessi progetti vengono proposti da qualcun’altro: noi siamo contrari, contrari e basta, lo siamo stati ieri, lo siamo oggi e lo saremo domani. La tutela del nostro territorio e della nostra identità è il principale impegno di Speranza per Pignataro, impegno portato avanti quotidianamente anche in consiglio comunale dal nostro rappresentante Gerardo DEL VECCHIO.

In occasione di questo consiglio comunale aperto anche noi di Speranza per Pignataro abbiamo avvertito l’esigenza di offrire il nostro contributo, anche se visti i precedenti ormai temiamo che i giochi siano fatti e che sarà nuovamente necessario uscire dalle nostre case e tornare ad occupare le strade. Tuttavia vogliamo ancora pensare che il silenzio dell’Amministrazione CAPARCO rappresenti un semplice momento di riflessione e che il Sindaco di Calvi Risorta sappia prendere la decisione giusta, ascoltando la gente che rappresenta.

Pignataro Maggiore, 14 giugno

SPERANZA PER PIGNATARO

 

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