Che ci fa Pina a Bruxelles?

Che ci fa Pina a Bruxelles?

ROMA – È il contesto a complicare la vicenda: quando Bruxelles diventa trampolino di lancio per il candidato Governatore. Come mai un fine progettista come Matteo Renzi decide di buttare allo sbaraglio una debuttante come Pina Picierno? Ad una prima occhiata sarebbe sembrata una timida vendetta verso chi per anni aveva osteggiato quell’area della sinistra che voleva staccarsi dalla vecchia politica. Un sistema per mandare in Europa, dove i parlamentari italiani contano meno di zero, quella ragazzotta di paese che ha cominciato a condividere la linea Renzi solo quando si è resa conto di un’inevitabile vittoria alle primarie del sindaco di Firenze. Eppure alcuni nascono con la camicia e così si trovano a 25 anni a diventare, senza neanche un voto di preferenza, parlamentare italiano. Cinque anni più tardi, senza neanche un voto sulla propria persona, e soprattutto, senza aver acquisito un minimo di credibilità sul territorio, entra nuovamente a far parte delle fila dei parlamentari del Partito Democratico. In pole position con Veltroni, con Franceschini, con Bersani, con Letta e perché no anche con Renzi.

Proprio quest’ultimo le affida addirittura il ruolo di capolista per il Sud Italia alle ultime elezioni Europee e la manda allo sbaraglio di ogni talk show per raccontare una falsa verità sulla depenalizzazione del reato per rapporti tra mafia e politica, per raccontare che con 80 euro una famiglia fa spesa per due settimane, per non parlare delle lobby che controllano il suo partito, ma soprattutto per dimenticare che dopo venti anni Berlusconi ha meno potere, ma non troppo. Oggi il nemico numero uno è Grillo e così sono centinaia le cretinate contro questo nuovo gruppo. Figuracce su figuracce, al punto tale da identificare lei come la vittima sacrificale del Pd che vola verso l’Europa. Eppure la direzione nazionale del partito mette da parte ogni scampolo di dignità e dà un’indicazione di voto chiara per 25 maggio ai suoi iscritti, mediante le segreterie locali del partito: “Tra gli uomini votate chi volete, ma la preferenza femminile datela a Pina Picierno”. Il risultato della notte tra 25 e 26 maggio è chiaro e palese: migliaia di voti per lei e per il Pd. Tutto ciò per mandare a Bruxelles una mezza calzetta? Tutto per fare in modo che una donna che non spicca per intelligenza, tantomeno per qualità di linguaggio (ma dove sono finiti i Berlinguer e De Gasperi che con un colpo di tosse mandavano in delirio le piazze?), andasse via dal Parlamento. Tutto per mandarla in un non luogo dove il peso politico dell’Italia è meno di zero. Non una commissione che conti presieduta da un europarlamentare d’italica fattura, non una proposta di legge a favore dell’agricoltura nostrana, nulla a pretendere mai sulla politica estera e sull’accoglimento dei profughi. Come mai il figliol prodiga del Pd, quella che è sempre salita sul carro del vincitore in corsa e sempre in paradiso per sbaglio, è stata esiliata nel cuore del vecchio continente, relegata a poco più di una mano che, senza capire mai troppo, si alza per decidere il futuro dell’economia locale?

Si potrebbe provare a chiedere al suo portavoce, quella persona per cui lo Stato italiano prima e quello europeo poi pagano fior di quattrini. Eh già ma non si può: il portavoce di Pina Picierno è papà. È il fratello di Raffaele, già sindaco di Teano per un trentennio in cui la città sidicina ha perso ogni forma di dignità politica, via Caserma della Finanza, Ospedale cittadino, con Agenzia delle Entrate e Mercato Rionale ridotti all’osso e persino il luogo dell’incontro dell’Unità d’Italia è ufficialmente stato riconosciuto ad un altro comune e non sarà mai più Teano la città dell’incontro.

Beh visto che a babbo Picierno, portavoce della brava figliola, la domanda non si può rivolgere, un’ipotesi la facciamo noi. Vuoi vedere che la Pinuccia stia puntando, con il benestare di Matteo Renzi, alle elezioni regionali della prossima primavera? Pina Governatore della Campania. Certo Bassolino e De Luca non appoggerebbero mai il movimento, ma si sa: nel Pd tutto è in vendita e in cambio di un ruolo non marginale nella giunta di “Miss 80 euro”, chissà che non cambino idea. Chissà che non sia lei la sorpresa che i piani alti del Pd hanno riservato per risolvere i problemi della camorra, della terra dei fuochi, dei beni confiscati, dei prodotti tipici, del dominio incontrastato dei cinesi, che mangiano di giorno in giorno un pezzo di Napoli.

a cura di Andrea De Luca

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