GRAZZANISE – Ripartiamo da 5: eh sì, giacché son proprio tanti i cavalli che, in quest’afa di luglio, si vedono all’autostart. Tanti, 5, gli aspiranti alla fascia tricolore nell’anno di grazia 2015, rima del quale è assai difficile tagliare il nastro di partenza, ricorsi presentati fallendo (quello del gruppo di assessori svoltisti che dal maggio 2012, prendendo le distanze dall’ex sindaco Enrico Parente, stanno vivendo la loro Caporetto e vorrebbero rigenerarsi; l’altro è del rampollo Pietro, giovane primo cittadino che ammirava l’assessore all’ambiente Vito Gravante che, di fatto, contribuì non poco alla sopravvivenza politica della discendenza Parente. E dunque il ping-pong Parente-Gravante, che dura a Grazzanise dall’inizio della Repubblica italiana (con gravi esiti per la comunità, si deve pur dire), non molla, intende perseverare a far saltellare la pallina sul tavolo verde. E l’affermato chirurgo cardiovascolare Gravante è senz’altro nel novero dei 5. Sull’altra sponda bazzica l’avv. Paolo Parente, figliol non prodigo del mallevadore primo dell’ex primo cittadino ora alle prese con le maglie ed il maglio della Magistratura. Non prodigo, in quanto “accorto oratore” ma anche probabile “tessitore” attuale di strategie che non si capisce bene dove vadano a parare, magari anche con l’apporto del sociologo Giuseppe Raimondo (per anni primo “consigliere” svoltista; sicuramente, per i malpensanti alla sua intronizzazione sullo scranno più alto del civico consesso, almeno nelle intenzioni. Nell’area della civica Nuovi Orizzonti, da cui il “tessitore” alcuni mesi ventilò alla larga l’idea di smagliarsi, senza poi procedere di conseguenza, campeggia il nome del “terzo incluso” Federico Conte che, a parer di molti, rischia il disarcionamento dalla leadership subendo la metamorfosi del “terzo escluso”. Chi dal 1998 sta in scuderia è Enrico Petrella – promotore finanziario e quasi al vertice dell’Istituto per il sostentamento del clero della Curia capuana (di sicuro per tutta l’era del defunto arcivescovo Schettino) – il quale deve ancora pubblicamente ridefinire la sua precisa appartenenza politica: proverà egli a scalpitare in pista alla prossima tornata amministrativa? Per ora è sul sulky. Domenico D’Elena, attivista di lungo corso della razza politica grazzanisana, ha sua volta tira a lucido i suoi Campi Stellati, tuttora assiepati – se non andiamo errati – nella barca del democristiano “tenace” e siculo Pino Pizza. Se oggi non si vedono all’orizzonte nuovi nomi non vuol dire affatto che, fra un anno e mezzo, non si presenti in lizza un’autentica rivelazione della gara. E L’outer side, alias outsider, stando ad insistenti illazioni, potrebbe essere una donna, in questi tempi di “vantaggio” della duplice identità di genere. Potrebbe pure essere un germoglio del ping-pong. Intanto, checché se ne dica, resterebbe ancora in orbita nelle “trattative di spalla” l’ex sindaco Marcello Vaio: il che, da un lato, costituirebbe la palla di piombo di cui la classe politica locale continuerebbe a sentire il peso; dall’altro, per i più conservatori dello status quo, configurerebbe l’astuzia e la saggezza antica di cui nessun uomo nuovo dovrebbe (nella considerazione dei laudatores temporis acti) fare a meno. Che succederà? Ebbene potrebbe stavolta capitare che glie sclusi di sempre trovino l’aggregazione e il leader giusto per fare “piazza pulita”, per riproporre all’elettorato ciò che Antonio D’brosca (il trombato del 1994 non riuscì/non volle concretizzare dopo la nascita di Liberazione Democratica nel 2008, due anni prima della “terza” vittoria parentiana del 2010 incurante del colabrodo che s’andava materializzando e che ha fatto crollare il “regno” nel 2012. Persone, persone, personaggi. Ma è o non è questo il tempo delle idee, dei progetti a medio-lungo periodo, delle coalizioni di area? Pragmaticamente gli spettatori/votanti direbbero di sì. I trottatori invece pensano alla “loro” corsa. Purtroppo. Allora occorre una terapia d’urto, un forte supplemento di cultura ed un investimento nella Politica con P maiuscola!
Raffaele Raimondo