Scivolone di Zinzi junior: aderisce ad un gruppo fb a sostegno di un imputato per fatti di camorra

Scivolone di Zinzi junior: aderisce ad un gruppo fb a sostegno di un imputato per fatti di camorra

PIGNATARO M. – Clamorosa scivolata del candidato per meriti familiari dell’Udc alla Camera dei deputati, Gianpiero Zinzi (figlio del presidente dell’Amministrazione provinciale di Caserta, il molto onorevole Domenico Zinzi): il giovane miracolato è tra gli aderenti ad un gruppo nato su Facebook a sostegno di un imputato per fatti di camorra, l’ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, che è pluri-indagato e pluri-imputato pure per altri reati, tra cui la truffa aggravata. La bacheca di tale gruppo denominato “Forza Giorgio, siamo con te”, risulta anche aver pubblicato una serie di scritti (di cui Zinzi junior non è autore) di inaudita violenza verbale contro valorosi magistrati della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, oltre che ai danni di giornalisti non asserviti alle consorterie e di investigatori della Sezione anticamorra della Squadra Mobile della Questura di Caserta. Gianpiero Zinzi, insomma, aderendo al gruppo pro-Magliocca, si ritrova in pessima compagnia.

Come è noto, l’ex sindaco ed ex consigliere provinciale Giorgio Magliocca (Pdl, ex An), arrestato l’11 marzo 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica, è stato assolto in primo grado, con il rito abbreviato, dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli. Ora si attende il responso del processo d’appello – chiesto dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, dott. Giovanni Conzo -, prossima udienza il 26 marzo 2013. Ma, al di là della sentenza definitiva, qualunque essa sia, a Gianpiero Zinzi – che vorrebbe fare il deputato – non dovrebbe sfuggire la sostanza politica della questione, per meglio dire di opportunità politica, in merito al “caso Magliocca”. Giorgio Magliocca, infatti, alla vigilia delle elezioni comunali di Pignataro Maggiore del 2002, quando sarebbe stato eletto per la prima volta sindaco, si incontrò almeno tre volte – da consigliere provinciale in carica – con il boss mafioso Lello Lubrano, espressione di una potente e sanguinaria cosca alleata dei “corleonesi” di Luciano Liggio, Totò Riina e Bernardo Provenzano. Gli sembra opportuno a Gianpiero Zinzi – pur se Magliocca dovesse, per assurdo, essere assolto in via definitiva – mettere la propria firma su Facebook per dire “Forza Giorgio, siamo con te”? Ripetiamo: è una questione politica, e di opportunità politica, non giudiziaria. Se Gianpiero Zinzi non lo capisce, non potrebbe – in un Paese normale – fare il deputato. Anzi, non dovrebbe nemmeno essere candidato, nonostante sia figlio di Mimì Zinzi.

Se Gianpiero Zinzi non ritira la sua adesione dal gruppo pro-Magliocca – e potrebbe cogliere l’occasione pubblicamente in data 14 febbraio 2013, quando sarà a Pignataro Maggiore, alle ore 19, nella sede del suo partito -, significa che l’Udc è peggio del Pdl. Di quel Pdl che, nonostante le insistenti richieste di Giorgio Magliocca, ha deciso di non candidarlo alla Camera dei deputati – né tra i sicuri eletti, né tra i raccattapalle – perché lo ha giudicato “impresentabile” proprio per i suoi rapporti con il boss mafioso Lello Lubrano, quest’ultimo ucciso in un regolamento di conti tra bande criminali il 14 novembre 2002.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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