Contiguità della stampa con ambienti camorristici: il Gip archivia la querela di Libra (ex società editrice del Corriere di Caserta) contro Saviano. Decisivo il “caso Palmesano”, il giornalista cacciato dai clan

Contiguità della stampa con ambienti camorristici: il Gip archivia la querela di Libra (ex società editrice del Corriere di Caserta) contro Saviano. Decisivo il “caso Palmesano”, il giornalista cacciato dai clan

ROMA/PIGNATARO M. – Pignataro Maggiore, un puntino sperduto nella provincia dell’antica Campania felix, spesso riesce ad essere fucina di importanti casi nazionali, soprattutto se si tratta di informazione e della battaglia che la stampa libera combatte contro il coacervo di poteri politico-mafiosi che da anni – con alterne vicende – prolifera sul territorio. Il caso portato di nuovo alla ribalta è quello di Enzo Palmesano, il giornalista cacciato dall’allora Corriere di Caserta su pressione del clan Lubrano. La vicenda del professionista casertano, infatti, è finita al centro di un caso giudiziario che vede protagonista Roberto Saviano.
L’autore di Gomorra, in un articolo apparso il 25 settembre 2015 sul quotidiano Repubblica – sia in versione cartacea che sul web -, aveva parlato della contiguità degli ambienti camorristici con alcuni giornali come l’ex Corriere di Caserta – giornale provinciale che per anni è stato il più letto in Terra di Lavoro. Il pezzo di Saviano aveva spinto la società Libra Editrice, proprietaria della testata giornalistica, a presentare querela, tramite l’amministratore unico Pellegrino Notte, contro l’articolista e contro l’allora direttore Ezio Mauro.
A distanza di quattro anni, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, la dottoressa Paola Di Nicola, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Eugenio Albamonte, ha archiviato la querela ritenendo – come si legge in un articolo apparso in queste ore sul quotidiano di De Benedetti – che quanto scritto non era un’invenzione diffamatoria di Roberto Saviano, ma un’osservazione connotata da “intrinseca obiettività e veridicità”.
La sentenza del Gip, secondo quanto riferisce Repubblica, prende spunto dalla relazione della commissione antimafia del 2015 e dalla vicenda riguardante proprio Enzo Palmesano. Il giudice, infatti, ricorda la sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con la quale Francesco Cascella è stato condannato per violenza privata con l’aggravante mafiosa per avere, in concorso con Vincenzo Lubrano (il defunto boss era lo zio acquisito di Cascella), capo dell’omonimo clan, costretto Gianluigi Guarino, (all’epoca dei fatti direttore del Corriere di Caserta, oggi Cronache di Caserta) ad omettere di pubblicare gli articoli di Palmesano in quanto sgraditi al clan.
Insomma, il caso Palmesano sembra essere diventato motivo di riflessione per il mondo giornalistico e politico che sta fuori dai confini casertani, ma non in Terra di Lavoro dove le forti cointeressenze tra clan, politica corrotta e stampa asservita continua a condizionare, direttamente o indirettamente, qualsiasi aspetto della vita pubblica.

Red. Cro.

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