AGRO CALENO – Nonostante tutti i test svolti in via precauzionale siano risultati negativi, nel casertano continua la psicosi tra i cittadini per la presunta diffusione del coronavirus. Il mix di paure fisiologiche, pregiudizi ancestrali e cattiva informazione dei media (a caccia di click per la sopravvivenza) sta creando un clima di paura e di sospetto, lontano da ogni equilibrato e oggettivo giudizio del fenomeno (che comunque va tenuto sotto controllo). Nelle comunità, soprattutto le più piccole, in tanti sorveglino i lavoratori che in occasione delle festività di Carnevale sono arrivati o stanno arrivando dal nord Italia, soprattutto se nelle vicinanze della cosiddetta “zona rossa”.
Ed è così che si è scatenata la caccia all’untore ancora prima che si diffonda il virus. Volendo parafrasare il racconto della peste del ‘300, pare che in molto casi la “persecuzione” preceda l’arrivo della “peste nera”. Proprio per questo tanti sicofanti in preda all’isterismo collettivo stanno ricorrendo alle istituzioni cittadine per segnalare “pericolosi” spargitori di influenze letali. Basti pensare che nella piccola Pastorano, una famiglia che nei giorni scorsi era da poche ore arrivata in paese è stata segnalata da decine di cittadini al sindaco Vincenzo Russo (che in queste ore ha dovuto rassicurare i suoi concittadini), ai carabinieri della stazione di Pignataro Maggiore e ai giornali. Dopo qualche ora la task forceha raggiunto un’altra presunta untrice proveniente dalla Lombardia. Tali casi rappresentano soltanto la punta dell’iceberg di un clima di tensione palpabile. Speriamo che nei prossimi giorni, una più responsabile informazione sulla reale portata del fenomeno possa riportare un minimo di tranquillità.