Cure dentali in Italia: quanto spendono gli italiani per il proprio sorriso

Cure dentali in Italia: quanto spendono gli italiani per il proprio sorriso

Secondo un documento presentato dal CSS, il 5.7% dei cittadini con più di 15 anni in Italia ed oltre il 5.7% dei cittadini di età maggiore ai 65 anni non si prende cura del proprio cavo orale e non effettua visite o trattamenti dentistici, riconducendo il tutto a ragioni di natura economica. Quella dell’igiene orale dovrebbe, invece, rappresentare una tematica prerogativa per la stragrande maggioranza delle persone, anzi, per chiunque. È per questo motivo che il Consiglio Superiore di Sanità, alla luce del numero preoccupante enunciato dalla dichiarazione, ha presentato una revisione relativa ai piani di sostegno per la cura del cavo orale in Italia.

Oltre agli interventi che riguardano i denti bisogna considerare anche quelli inerenti alle gengive e a questo proposito precisiamo che le tecniche moderne per curare le infiammazioni gengivali stanno riscontrando molto successo. Tuttavia, per avere un’idea chiara di quanto costa la cura laser per la parodontite è preferibile contattare un centro che opera nel settore – vedi EDN – in modo da comprendere anche in cosa consista nello specifico questa tipologia di trattamento e quali siano le prestazioni incluse nel prezzo finale. Si tratta di un aspetto prioritario, visto che malattie come la piorrea possono compromettere non soltanto il cavo orale, ma anche il resto dell’organismo. Insomma, questi dati, riconducibili al 2019, hanno registrato un esborso superiore a 8 miliardi di euro per le cure dentistiche degli italiani, delineando una situazione critica, soprattutto in rapporto alla cifra dedicata dal Sistema Sanitario pubblico alle terapie odontoiatriche di “soli” 85 milioni di euro annui, ossia circa l’1% del totale, in confronto all’importo sostenuto dagli italiani.

Si evince chiaramente, dunque, che la situazione verte in condizioni critiche e che la mancanza di cure per chi non ne ha la possibilità economica non è altro che la prova regina di un bisogno che si riscontra nell’implementare le misure economiche e i fondi disponibili da parte delle Istituzioni preposte per i cittadini. Ecco, perché, tra le proposte, si è pensato alla revisione del nomenclatore tariffario, integrando i criteri di individuazione della vulnerabilità sanitaria e sociale e le protesi dentarie per le categorie a rischio, con la possibilità di offrire prestazioni di vario genere a donne in gravidanza ed investire in sensibilizzazione.

L’indagine nel dettaglio

La spesa di 8 miliardi di euro sostenuta nel 2019 dagli italiani per la cura dei denti, sul fronte carie, impianti, ortodonzia e altre cure non ha potuto non destare clamore nell’opinione pubblica una volta rivelata. Nel 2020 c’è stata una riduzione significativa a causa del COVID, ma già nel 2021 si è assistito ad una ripresa di queste cifre esorbitanti, mentre le cure odontoiatriche pubbliche riservano un importo di soli 85 milioni di euro annui. L’importo rappresenta lo 0.2% della spesa sanitaria pubblica totale che, in Italia, nel 2021, ha toccato i 127 miliardi di euro. sembrerebbe, comunque, che le regioni meridionali presentino una quota coperta dal pubblico superiore rispetto a quelle del Settentrione.

Qual è stata la proposta delle Istituzioni?

A schierarsi dalla parte dei cittadini, questa volta, è stato il CSS, che avrebbe proposto una revisione con conseguente integrazione di criteri di individuazione di vulnerabilità sanitaria e sociale, con cui poter offrire maggiori opportunità per le cure dentistiche alle categorie a rischio, aumentando il numero di codici di esenzione in grado di accedere ai servizi di odontoiatria. Insomma, un cambiamento sembra essere la soluzione necessaria per poter risolvere una problematica decisamente difficile da affrontare, in relazione anche alla complessità della materia, alla poca accessibilità delle cure odontoiatriche e alle spese affrontate dai cittadini in questo senso.

Comunicato Stampa

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