A differenza di Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca, che insieme con lui formavano le Tre Corone della letteratura italiana del ’300, di Dante Alighieri non conosciamo la firma e nemmeno la sua grafia: del sommo poeta fiorentino, infatti, non esistono manoscritti. Eppure attraverso l’opera di Dante e – a partire da Boccaccio – dei dantisti è possibile ricavare informazioni dettagliate per ricostruire la biografia del poeta che più di altri contribuì alla nascita della lingua italiana.
A tracciarne la vicenda umana è ora lo storico Alessandro Barbero, ampiamente noto per il suo successo di divulgatore, nel nuovo saggio “Dante” (Laterza, 361 pagine, 20 Euro) dove la vita del poeta viene ricostruita all’interno del contesto culturale, economico e sociale dell’Italia trecentesca. Il professor Barbero, con stile chiaro e affascinante, descrive Dante quale uomo del Medioevo: un rivoluzionario nel campo delle lettere ma profondamente immerso nel suo tempo, con le sue consuetudini, passioni civili e politiche. Figlio del cambiavalute Alighiero di Bellincione, il giovane poeta sogna di entrare a far parte del mondo dei nobili e dei letterati, lo stesso del suo trisavolo, il crociato fiorentino Cacciaguida degli Elisei. L’impegno politico nella fazione dei guelfi bianchi sarà occasione per Dante di conoscere le oscure trame della politica che faranno infrangere i suoi ideali contro i meschini odi di partito e la corruzione endemica della Firenze comunale, fino a sperimentare sulla propria pelle l’umiliazione dell’esilio. Sarà appunto la cacciata dalla sua città natale che darà a Dante la possibilità di venire a contatto con la straordinaria varietà culturale e politica dell’Italia del Trecento, fatta di metropoli commerciali, ricchi comuni e corti cavalleresche. Nel libro di Alessandro Barbero il composito panorama della penisola e i costumi dei suoi abitanti, il loro approccio agli affari e alla guerra, la loro concezione dell’amore, vengono analizzati in rapporto alla vicenda personale del poeta per fornire un quadro complessivo e vivace su quella che era la vita nel Medioevo.
Nonostante la vasta fama di cui Dante godette mentre era ancora vivente, restano nella sua biografia lacune che rendono incerta la ricostruzione di intere fasi della sua esistenza. In questi casi controversi il libro di Alessandro Barbero propone le diverse ipotesi che nei secoli si sono prodotte, analizzandone i pro e i contro al fine di consentire al lettore di avere uno scenario completo degli eventi, una visione dettagliata e plurale. Così non solo quella di Dante ma anche la vita degli altri uomini dell’Italia del ’300 si intreccia con la storia e la cultura di un’epoca che è stata la culla della modernità.
Massimiliano Palmesano