CAPUA – Il 5 agosto 2013, chi ne aveva la possibilità economica, naturalmente era già in vacanza, o stava per partire verso amene località di villeggiatura, o era impegnato a organizzarsi per un meritato periodo di riposo. Tra quelli che sicuramente si possono permettere una vacanza vi è il professor ingegnere Michele Di Natale, commissario straordinario per la realizzazione del disastroso gassificatore di Capua, ma il 5 agosto 2013 non ha trovato di meglio – invece di andare al mare, incurante dell’afa – che emettere in fretta e furia un’ordinanza con la quale ha avviato le procedure per arrivare alla fine del procedimento con la espropriazione del terreno da destinare al mostruoso insediamento. Pubblichiamo in coda a questo articolo la citata ordinanza, che reca il numero 4 e, appunto, la data balneare del 5 agosto 2013, in modo che i nostri lettori possano farsi un’idea di quello che bolle nel calderone del professor ingegnere Michele Di Natale, allineato e coperto ai desideri del presidente dell’Amministrazione provinciale di Caserta, Domenico Zinzi (padre del piccolo Zinzi, Gianpiero, per fortuna trombato alle elezioni politiche), e del sindaco di Capua, Carmine Antropoli, quest’ultimo uno dei “guagliuni” più fidati dell’ex sottosegretario il molto onorevole Nicola Cosentino.
A questo punto i nostri lettori più pigri, si chiederanno dove abbia trovato il professor ingegnere Michele Di Natale tutta l’energia fisica e intellettuale per dedicarsi alla formulazione di un’ordinanza del genere nonostante la calura agostana. Non sappiamo rispondere con certezza, naturalmente, ma c’è chi ha avanzato un’ipotesi. Secondo una scuola di pensiero assai in voga, il commissario straordinario per il progetto del gassificatore si sarebbe ringalluzzito parecchio alla notizia, diffusasi il 1° agosto 2013, relativa agli otto avvisi di garanzia – notificati dai vigili urbani di Pignataro Maggiore, su disposizione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere -, con le accuse di oltraggio e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, per la contestazione anti-gassificatore nei confronti del piccolo Zinzi avvenuta a Pignataro Maggiore il 14 febbraio 2013. Ancora più felice – immaginiamo – il professor ingegnere Michele Di Natale perché incredibilmente era stato raggiunto da uno degli avvisi di garanzia anche il giornalista Enzo Palmesano, che ovviamente non c’entrava nulla con la manifestazione organizzata dai giovani del centro sociale “Tempo rosso”, ma da ritenere – agli occhi dei due Zinzi e di Antropoli – più “colpevole” degli altri in quanto stava conducendo un’inchiesta giornalistica sul grande affare del gassificatore. Naturalmente, affinché Enzo Palmesano possa essere ridotto al silenzio sul gassificatore, o su altro – lo diciamo da suoi colleghi giornalisti -, non basta un avviso di garanzia. E quindi siamo sicuri che le sue denunce sul gassificatore zinzian-antropol-cosentiniano continueranno.
Quello che con questo articolo ci preme sottolineare con forza è l’effetto rivitalizzante che ha avuto la notizia di cronaca giudiziaria (riguardante, come si è detto, gli otto avvisi di garanzia) a beneficio dell’attivismo del commissario straordinario per il gassificatore che, appena ricevuta la lieta novella dei provvedimenti della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere contro gli ambientalisti e contro il giornalista scomodo, si è messo in moto come un inesauribile motorino e in pochissimi giorni agostani ha formulato ed emesso la più volte citata ordinanza. I due Zinzi, Antropoli, Cosentino e tutti i padroni del vapore avranno pensato: “Bene, quelli di Tempo rosso che organizzano le manifestazioni e il giornalista ficcanaso sono stati messi nelle condizioni di non nuocere. Ora possiamo andare avanti indisturbati”. I suddetti tre moschettieri del gassificatore (con il quarto spadaccino professor ingegnere Michele Di Natale), se hanno davvero festeggiato, potrebbero ben presto scoprire di essersi sbagliati di grosso.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it