CALVI R. – Il sindaco di Calvi Risorta, Giovanni Marrocco, lo ha detto chiaramente ai membri della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, in coda alla conferenza stampa di mercoledì (8 luglio): “Dobbiamo intervenire subito per tutelare la salute dei cittadini e l’economia di questo territorio”. Riprendendo un discorso fatto con alcuni giornalisti prima dell’incontro nella sala consiliare del Comune, il primo cittadino ha manifestato dei timori che probabilmente nascono dal clima che sta creando chi vorrebbe (a quanto pare) insabbiare la questione relativa alla discarica dell’ex Pozzi. Marrocco, persona per bene e sempre molto schietta, pare non abbia digerito il modus operandi e i contenuti dell’incontro organizzato dall’europarlamentare Pina Picierno a Roma una decina di giorni fa. Incontro spacciato prima per “istituzionale e ufficiale” e soltanto in seguito per “informale” (come ammesso dall’onorevole del Pd Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti), al quale pare sia stato invitato anche il “Comitato per l’Agro caleno: No Centrale a Biomasse”, il quale avrebbe declinato l’offerta.
Se tutto fosse confermato, bisognerebbe chiedersi chi ha utilizzato l’equivoco sulla natura della riunione per garantire la partecipazione dei sindaci e del comitato, facendo poi emergere una linea comune contro il giusto allarmismo delle prime ore. Chi, nonostante le quantità di fanghi industriali, acido maleico e bario sotterrati a due passi dalle abitazioni di persone morte negli anni per gravi patologie mediche, vorrebbe tacitare tutto a tal punto da organizzare una “trappola” per un sindaco in buona fede e per il comitato. Al momento non si hanno le risposte a queste domande legittime. Restano nella testa dei presenti alla conferenza stampa dell’altro giorno, però, le parole dell’onorevole Bratti, il quale, di fronte alle domande incalzanti dei giornalisti (tra i quali Francesca Ghidini della Rai, non certo una pericolosa “diffamatrice”), si è trincerato dietro le indagini della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, senza far minimamente riferimento a possibili interventi del governo guidato proprio dal suo partito. Il continuo riferimento ai costi alti delle bonifiche e l’impossibilità di conoscere i rilievi di Asl e Arpac (perché non renderli pubblici?) non fanno ben sperare. Spaventa, infatti, pensare che la bonifica di quell’inferno arriverà soltanto a conclusione delle indagini della magistratura (che potrebbero durare anche anni) senza che la politica nel frattempo muova un dito.
Red.