CANCELLO ED ARNONE – Nella piana che va da Capua al mare ed esattamente sur la rive droite de la rivière Volturno, è nata una stella dell’emergente letteratura: Maddalena Della Valle. Dopo decenni di prestigiosa docenza, durante i quali peraltro ha letto tanto, ha deciso di scrivere e have good reason! Per noi una fortuna, poiché il suo know how trapela, eccome! Scrive in versi, impresa alquanto difficile (!), e al lettore offre l’incanto di penetrare nel suo bel mondo poetico. Appunto, proprio affascinante, in quanto ella sa stemperare i drammi dell’esistenza, sa “trasformare in luce ogni dolore che la ferisce, in raggio di sole tutte le gioie che vive”. Oltretutto si saldano a perfezione, nei suoi componimenti, sostanza e forma: solide le strutture morfosintattiche, puntuale il lessico, elegante lo stile.In questo toccante tempo d’Avvento è fresca di stampa (e a mo’ di desiderabile strenna) la sua opera prima – “Ancora viva”, un titolo apparentemente criptico – uscita per i tipi della Mediterraneo editrice. E per le ore 17 di sabato 15 dicembre è programmato il debutto, illustrativo e critico, che si celebrerà nella più indovinabile delle locations: l’aula magna dell’Istituto comprensivo “Foscolo” di Via Settembrini in Cancello ed Arnone, amata patria dell’autrice. L’apertura toccherà a Maria Grazia Branco dell’A.MA. Comunicazioni (l’accorsata agenzia che promuove l’evento). Coordinamento e reading affidati a Tania Parente, psicologa e non solo. Saluti istituzionali della ds ospitante Maria Martucci e dell’incrollabile e lungimirante sindaco Raffaele Ambrosca. Intervento di Alessandro Zannini (scrittore e direttore della collana in cui “Ancora viva” è efficacemente inserita). Epilogo tutto riservato alla Della Valle in persona, che sarà ben lieta di dialogare con pubblico presente in sala.Rebus sic stantibus l’appuntamento rientra, a pieno merito, fra quelli da non perdere, assolutamente. L’ingresso è aperto a tutti, ma è chiaro che son privilegiati i “palati fini” o, più propriamente, gli “animi nobili” di quanti da tempo hanno smesso di credere che pancia e denaro siano gli unici pilastri dell’umana felicità, cioè di color che sanno vivere “piedi a terra ed occhi al cielo”. Tuttavia, alle persone di ogni età che interverranno il giudizio definitivo, pur nei limiti della provvisorietà con cui si staglia qualunque verità su questo pianeta. A noi, che comunque non rappresentiamo il culmine, è già toccata la buona ventura di lèggere il fiorito libello e magari ne parleremo, nella circostanza, con la premura d’obbligo. E, per provveder meglio alla bisogna, siamo stati a colloquio con l’autrice, quasi un esame propedeutico per noi.
-Maddalena, se ti si definisse “poetessa dell’ottimismo”, sarebbe per te una locuzione indovinata e perché? «Sì, perché al centro della mia poesia c’è l’amore incondizionato per la vita in ogni suo aspetto, anche nei momenti difficili e tristi. La parola, per me, è anche strumento di un vissuto che può infondere coraggio e positività».
-Con quali criteri hai scelto i testi che appaiono in “Ancora viva”? «I testi che ho inserito nel libro seguono un filo rosso interiore, che si dipana da un ricordo forte, stimolato da una foto color seppia “…vista e visione di un’altra vita“ e approda a un concetto insolito forse per alcuni, ma non per me che definisco “l’arte di perdere”».
-I modelli poetici ai quali t’ispiri? «Amo sia i poeti classici sia quelli moderni e contemporanei e ne ho letto tantissime opere, ma non scrivo su un modello. Le parole che compongono i miei versi sono una sorta di alchimia tra il cuore e l’anima. Cosa palpabile nel testo alla pagina 46 di “Ancora viva” che riporta “Nel cuore abita l’anima“ in cui scrivo ”Un bagaglio di vento mi percorre e canta…”.
Credo che un artista debba proporre sempre un linguaggio personale e lasciare libero il lettore di cogliere gli stimoli trasmessi dal testo, secondo la sua sensibilità.
Sono convinta che nel cuore di chi scrive abita chi legge e se uno solo dei lettori si ritroverà in una delle poesie che ho scritto, per me sarà già un successo».
-Vuoi provare a individuare con una sequenza di aggettivi questa tua prima opera? «Lievitante, onirica, visionaria. Perché la sua caratteristica è la lievità, la leggerezza del sogno, come un diario visivo che mi rivela la poesia delle cose intorno a me. Tutti sanno guardare, ma pochi vedono e si lasciano andare ad immagini visionarie».
-In fondo per te cos’è la vita umana? «Vivere è una straordinaria opportunità; tutta la sua bellezza però non è soltanto luce, sono soprattutto le ombre che mi aiutano ad attraversarla. Non ho mai chiesto alla vita la felicità perfetta; ogni alba mi fa sentire viva e mi appaga. La vita umana per me è un mistero profondo, sento di essere non solo una realtà biologica, chimica e fisica e cerco sempre fuori e dentro di me qualcosa che mi trascende».
-E la Poesia? «La Poesia è un flusso di energia; un insieme di immagini che si incrociano e vibrano; è un abbraccio di voci che abitano la mia anima da sempre, un dono che mi è stato concesso perché io mi accettassi e cominciassi a volermi bene. L’armonia dei versi è venuta a cercarmi molto presto; ora è una fiamma che arde e trasforma in luce anche la morte. Solo nella poesia trasfiguro le emozioni e il buio diventa luce e passione,…e amore per la vita.“…É Poesia la vita che corre/ e accompagna il ritmo/ del mio cuore disarmato”».
-Ci riveli il tuo stato d’animo alla vigilia della presentazione della tua “creatura letteraria”?
«La soddisfazione per questo battesimo si mescola al rammarico di non aver pubblicato prima. Sono turbata, emozionata, ma lucida. La mia “creatura”, come tu la definisci, è un’ulteriore sfida a cogliere la fortuna di un nuovo inizio e a dire a me stessa “…E sono qui. Sono viva!!!”».
Forte, forte la nostra séte di rileggere, scandagliare …meditare. E può darsi che venga su subito l’attesa dell’opera seconda !?!
Raffaele Raimondo