BELLONA – Con la celebrazione di due Messe, una nella Chiesa di Bellona e l’altra in quella di Triflisco, anche quest’anno si rinnova a Bellona, la ricorrenza della Giornata Agricola del Ringraziamento per esprimere gratitudine a Dio per i doni della terra e del lavoro dell’uomo e per testimoniare la centralità del mondo agricolo, quale nobile espressione della laboriosità rurale che ancora lo caratterizza, nonostante il difficile momento di crisi con cui si stanno confrontando le aziende agricole. La Giornata del Ringraziamento deve sempre esprimere, in tutte le celebrazioni religiose e sociali ritenute più opportune, la fiduciosa implorazione a Dio perché a nessuno manchi “il pane quotidiano”.
Sia vivo in tutti noi il bisogno di imparare ad apprezzare sempre più i frutti della terra e del lavoro umano, ad offrirli all’altare del Signore con animo riconoscente, a condividerli in letizia con i fratelli più poveri. E’ il Messaggio per la Giornata del Ringraziamento, che evidenzia un riscoperto amore per la terra, proprio come il disegno originario di Dio, dove l’uomo e la terra operano nella reciprocità: il primo offre le sue cure, la seconda i suoi frutti. In questo modo si compie il disegno finalizzato alla vita, al benessere dell’umanità, allo sviluppo di tutti. Per questo bisogna riconoscere la centralità del lavoro agricolo, ridando dignità al lavoratore della terra nello stesso modo degli altri lavoratori».
«Questo appuntamento – spiega Giovanni Carusone, presidente dei Coltivatori di Bellona – ha una grande rilevanza per il mondo agricolo: esso fa parte ormai della nostra storia ed è una ricorrenza che ogni anno rinnoviamo per trasmettere quei valori e quei principi che ispirano la nostra azione e ci permettono di vedere in un’ottica diversa anche le fatiche e le sfide legate al lavoro degli Agricoltori, soprattutto in questo momento di grande difficoltà per l’intero settore agricolo e, in modo particolare, per i coltivatori della nostra zona». “La grave ingiustizia di cui è vittima il settore agricolo – continua il presidente Carusone – mette a rischio il futuro delle imprese e potrebbe portare alla scomparsa di questo importantissimo settore della economia, l’unico che “produce” la sua materia prima, fonte di vita per i coltivatori e di sopravvivenza per le popolazioni tutte”.
C.S.