PIGNATARO M. – Un aggiornamento sul Puc (Piano urbanistico comunale, ex piano regolatore) con riferimento alle grandi risate che i buontemponi della piazza, a Pignataro Maggiore, si stanno facendo sulle incredibili scopiazzature che emergono nel documento che costerà 80.000 Euro più Iva e altri oneri alle casse pubbliche. Soldi che saranno incamerati dai trionfatori della gara per la redazione del Puc che è stata vinta – come si legge nella deliberazione di Giunta comunale numero 59 del 3 settembre 2015 – dal “Raggruppamento Temporaneo di Professionisti rappresentato dall’arch. Pio Castiello, in qualità di “capogruppo mandatario”, e composto, altresì, dai mandanti arch. Lucio Mormile, arch. Ottaviano Pericolo, dr. geol. Antonio Toscano, dr. agr. Angelo Iride, prof. Gennaro Lepore e arch. Gabriella Giraldi”.
Dopo i casi – di cui ci siamo già occupati su “Pignataro Maggiore News”, come ricordano i nostri pochi ma affezionati lettori – di Angri, in provincia di Salerno, e di San Giorgio La Molara, in provincia di Benevento, ecco che spunta un terzo Puc (quello di Caposele, in provincia di Avellino, del 2010) anch’esso copiato per mettere insieme le pagine del Piano urbanistico comunale di Pignataro Maggiore, del 2015. I documenti del Puc di Caposele e di Pignataro Maggiore sono stati redatti da due diverse squadre di progettisti guidati però dallo stesso capogruppo, l’architetto Pio Castiello. La parte del Puc di Caposele cui facciamo riferimento (originale) si trova a pagina 12, quella “gemella” del Puc di Pignataro Maggiore (copiato) a pagina 41.
Ecco di seguito, affezionati lettori, le ultime quindici righe di pagina 12 del Puc di Caposele, da noi qui riportate con il copia e incolla (e non siamo neanche architetti): “Tali temi fondamentali, approfonditi di volta in volta nell’ambito degli incontri tra progettista, amministratori, enti locali, associazioni e cittadini, l’ultimo dei quali è avvenuto presso la Casa Municipale il 28.10.2008, hanno permesso di definire uno strumento di pianificazione per un uso, una trasformazione e una gestione sostenibili del territorio che, al di là delle trasformazioni insediative e produttive, potesse anche definire un’adeguata disciplina per la conservazione del suolo, per la valorizzazione dei territori agro-pastorali, e più in generale per la tutela e lo sviluppo del territorio. Obiettivi fondamentali del Piano, pertanto, saranno da una parte la conservazione della biodiversità, l’uso compatibile delle risorse naturali, la protezione del territorio da rischi idrogeologici, la prevenzione dei possibili inquinamenti che possano interessare le diverse componenti ambientali (inquinamento delle acque, dei suoli, termoelettrico, acustico) e l’uso compatibile delle risorse naturali; dall’altra, lo sviluppo sostenibile in base alle propensioni territoriali, contenendo la pressione antropica sui sistemi naturali e perseguendo il riequilibrio territoriale ed urbanistico del tessuto consolidato anche per conseguire una migliore qualità dell’ambiente urbano e una migliore qualità di vita”.
E adesso, cari lettori, andate a controllare il Puc di Pignataro Maggiore e vedete se le ultime dodici righe di pagina 41 non sono altro che una scopiazzatura – come si è detto – dal Piano urbanistico comunale di Caposele. Pubblichiamo in coda a questo articolo entrambi i suddetti Puc le cui somiglianze sicuramente saranno motivo di grandi risate da parte dei buontemponi che prendono di mira gli amministratori comunali di Pignataro Maggiiore.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it