Due romanzi di Tana French per chi ama gli investigatori e le trame intelligenti

Due romanzi di Tana French per chi ama gli investigatori e le trame intelligenti

La scrittrice Tana French è nata negli Stati Uniti nel 1973 ed è cresciuta tra Irlanda, Italia e Malawi. Della sua serie incentrata sulla squadra Omicidi di Dublino, Einaudi ha pubblicato “L’intruso” (2018 e 2019), “Il collegio” (2019 e 2020), “Il rifugio” (2020 e 2021), “Nel bosco” (2020) e “La somiglianza” (2021). Dai romanzi “Nel bosco” e il successivo “La somiglianza” è tratta la prima stagione della serie tv “Dublin Murders”. In questo articolo segnaliamo ai nostri lettori i già citati “La somiglianza” (592 pagine, 15,50 Euro, traduzione di Katia Bagnoli) e “Il rifugio” (656 pagine, 15,50 Euro, traduzione di Alfredo Colitto).
“La somiglianza” ha suscitato entusiasmi – che ci sembrano fondati – negli Stati Uniti (“The New York Times Book Review”): “Tana French con Cassie ha creato un personaggio di bambina eternamente perduta, un personaggio che non può non toccarci il cuore”. Questo romanzo è infatti un un thriller dai meccanismi perfetti che lascia con il fiato sospeso e indaga la fragile costruzione delle nostre identità. La trama: la detective Cassie Maddox è stata trasferita dalla squadra omicidi di Dublino, ma nel cuore della notte riceve una telefonata dal suo vecchio capo Frank Mackey; una giovane donna è stata trovata uccisa, pugnalata al petto, in un cottage diroccato della campagna irlandese. Un caso come tanti, non fosse che la vittima assomiglia in modo sorprendente alla detective, quasi una sosia, e si chiama, stando ai documenti che le trovano addosso, Lexie Madison: lo stesso nome che Cassie aveva usato come copertura nella sua prima missione, per infiltrarsi in un giro di trafficanti di droga. La detective non può tirarsi indietro, deve sapere la verità, e decide così di accettare la proposta di Frank tornando a indossare i panni di Lexie, prendendo il posto della ragazza, senza che venga divulgata la notizia della sua morte, in modo da indagarne le frequentazioni. Scoprirà in tal modo di avere in comune con lei molto di più dei tratti somatici e del nome falso.
“Il rifugio” è ugualmente piaciuto negli Stati Uniti (“The New York Times”): “Chiunque ami le trame intelligenti e ben congegnate deve assolutamente leggere questo libro”. Ecco la trama: Patrick Spain e i suoi due bambini vengono ritrovati morti in un complesso residenziale mezzo abbandonato per colpa della crisi. Jenny, la madre, è in fin di vita. All’inizio Mick “Scorcher” Kennedy, incaricato delle indagini, pensa alla soluzione più scontata: un padre sommerso dai debiti, travolto dalla recessione, ha ucciso i propri cari e si è tolto la vita. Ma ci sono troppi elementi che non quadrano: le telecamere nascoste nell’appartamento, i file cancellati su uno dei computer e il fatto che Jenny temesse che qualcuno fosse entrato in casa loro per spiarli. A complicare il quadro c’è il quartiere in cui vivevano gli Spain – un tempo noto come Broken Harbour – che riporta a galla ricordi dolorosi del passato di Scorcher.

Red. Cro.

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