“L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità”. Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro pubblicato da Neri Pozza Editore (“Due vite”, 144 pagine, 15 Euro) che, all’apparenza, si presenta come il racconto appunto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Emanuele Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, così propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice,quel legame che accade quando “Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino”. Il libro ha vinto quest’anno la 75esima edizione del “Premio Strega”.
Emanuele Trevi è nato a Roma nel 1964. Collabora al “Corriere della Sera” e al “Manifesto”. Tra le sue opere: “I cani del nulla” (Einaudi, 2003), “Senza verso. Un’estate a Roma” (Laterza, 2004), “Il libro della gioia perpetua” (Rizzoli, 2010), “Qualcosa di scritto” (Ponte alle Grazie, 2012), “Il popolo di legno” (Einaudi, 2015) e “Sogni e favole” (Ponte alle Grazie, 2019).
Red. Cro.