PIGNATARO MAGGIORE – Influenti ambienti pignataresi stanno facendo del loro meglio nel tentativo – finora andato a vuoto – di far sgomberare il centro sociale “Tempo rosso”. Dell’intero scenario parleremo prossimamente. Per ora desideriamo segnalare ai nostri pochi ma affezionati lettori che sono molto interessanti i tre verbali di “dichiarazioni di persone informate sui fatti” redatti dal comandante dei vigili urbani di Pignataro Maggiore, dottor Alberto Parente, e inviati al sostituto procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dottoressa Marina Mannu, che sulla scorta dell’informativa della polizia locale ha chiesto il sequestro dell’ex macello comunale; richiesta respinta dal giudice delle indagini preliminari dottoressa Alessandra Grammatica. Il pubblico ministero ha presentato appello al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e se ne discuterà il 1° marzo 2018 davanti alla seconda Sezione penale, collegio “D”.
I denuncianti supertestimoni sentiti dal maggiore Alberto Parente hanno tutti e tre, per motivi diversi, biografie significative nel complesso scenario pignatarese: si tratta (in perfetta sintonia tra di loro nel “caso Tempo rosso”) di un carabiniere, di un graduato dell’esercito e (il più interessante di tutti) Antonio Magliocca, nato nel 1975. Antonio Magliocca, infatti, nel verbale non si è limitato a scagliarsi contro i giovani del centro sociale ma ha anche tenuto a sottolineare che due di loro sono “figli del giornalista Enzo Palmesano”, quest’ultimo vittima di reato di tipo mafioso. Il potente e sanguinario capomafia “don” Vincenzo Lubrano – come è noto – chiese e ottenne la cacciata del giornalista dal quotidiano locale “Corriere di Caserta”, testata con la quale Enzo Palmesano all’epoca collaborava. Il defunto capomafia Vincenzo Lubrano e Antonio Magliocca hanno qualcosa di importante in comune (oltre a un intreccio di amicizie e parentele): sono stati entrambi presidenti del consiglio d’amministrazione, ovviamente in momenti diversi, della Cooperativa agricola “La Felice” (cancellata nel 2004), una delle casseforti della famiglia Lubrano. Pubblichiamo a corredo di questo articolo la visura storica della citata società di capitali; leggendo il documento della Camera di Commercio i nostri affezionati lettori (e immaginiamo pure qualche Autorità competente, a livello locale e nazionale) potranno farsi un’idea della qualità del denuciante supertestimone Antonio Magliocca, che a quanto sembra – per coincidenza – condivide con la famiglia Lubrano pure l’odio nei confronti del giornalista Enzo Palmesano. Il comandante dei vigili urbani, da bravo ufficiale di polizia giudiziaria, naturalmente conosce molto bene le vicende della famiglia Lubrano, ivi comprese quelle della società di capitali di cui è stato presidente Antonio Magliocca; e siamo quindi certi che ha già segnalato la significativa coincidenza a chi di dovere.
Per adesso ci fermiamo qui, cari lettori. Ma siamo sicuri che seguirete con la consueta attenzione anche i nostri prossimi articoli sul caso “Tempo rosso”.
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Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it