Carlo Cipolla (che nelle pubblicazioni si firmava Carlo M. Cipolla) è stato uno dei maggiori esperti italiani di storia economica. Dopo aver studiato in Italia e all’estero, sia alla Sorbona di Parigi sia alla London School of Economics, inizia la sua carriera accademica in Italia, trasferendosi poi all’estero, negli Stati Uniti d’America. Nel suo libro “Moneta e civiltà mediterranea” (il Mulino, 136 pagine, 13 Euro) fa chiarezza sulla storia della moneta e del suo utilizzo nella società mediterranea a partire dall’alto Medioevo. La moneta all’epoca era utilizzata come merce di scambio al pari di altri prodotti, molto diversa da come la concepiamo noi, oggi, nella società moderna. Il lavoro di Carlo Cipolla, ristampato in occasione del ventennale della sua morte nel luglio 2020, si presta a registri di lettura differenti: una molto complessa, specifica, che soddisfa gli appassionati di economia; un’altra, invece, meno specialistica che permette al lettore di non concentrarsi su terminologie da cattedra universitaria. Il libro riesce a dare comunque a tutti un quadro ben definito di quelli che erano allora la moneta e il mercato più in più generale. Si approfondiscono, inoltre, le tematiche dei commerci e del costo dei trasporti, il valore di scambio delle merci più disparate, dal bestiame ai libri.
Il volume illustra molto bene lo scontro tra civiltà sul piano della supremazia monetaria e la sua evoluzione, dal dominio incontrastato della moneta di Bisanzio (nòmisma), passando per il conflitto con il dinar arabo che inizia ad affermarsi con il grande sviluppo dell’Islam, arrivando poi all’egemonia delle monete della penisola italiana: il fiorino e il ducato. Oltre ad essere uno studio sull’economia medievale, il libro “insegna a intendere il valore relativo dei prezzi e cosa essi dicano nelle condizioni di una società”. Insomma non solo storia economica ma anche un quadro complessivo della società del tempo, molto accurato ed efficace.
Dario Palmesano