PIGNATARO M. – Pubblichiamo la lettera del signor Giorgio Natale in merito a un progetto presentato tempo fa al Comune di Pignataro Maggiore:
Egr. direttore,
è d’uopo una lapidaria e solenne premessa: Io non voterò. Però, credo di avere il diritto, per le tasse locali e nazionali che pago e, soprattutto, perché componente della Nazione Italia, di segnalare agli eccellenti candidati sindaci e consiglieri della ventura tornata elettorale un non condivisibile modus operandi dell’organico (politico?) tecnico-burocratico-amministrativo di Palazzo Scorpio. Naturalmente, nella speranza che qualcuno degli egregi precitati, per mostrare agli elettori di tenere in cale ogni problematica segnalatagli, s’impegni a rendere realmente e non solo nominalmente, l’operato degli operatori municipali un servizio per i cittadini. Passo al merito della doglianza. Assieme ad altri elettori e cittadini pignataresi accettai “l’accordo di cessione bonaria,” della mia quota parte, dell’immobile di Via Vescovado, recentemente abbattuto, con la clausola (tramite pec), a salvaguardia della memoria, di evidenziare la planimetria preesistente e di ricordare le botteghe e gli antichi mestieri che vi si svolgevano. Di questa richiesta informai anche i professori Bartolo Fiorillo ed il compianto Antonio Martone. Non so se nel progetto di risistemazione dell’area tale clausola è contemplata, né mi meraviglierei dell’ignoranza della stessa, visto che anche una sostanziale e legittima definizione dell’iter burocratico amministrativo della pratica è al momento disattesa. In effetti, e questo è il punto, nonostante io, come gli altri ex proprietari (suppongo), non abbia più la disponibilità del bene, sono ancora costretto a pagare l’IMU (seconda casa) e la quota 730, poiché chi di dovere non ha ancora registrato e volturato (?) l’ex stabile. Nihil novi sub sole dicevano gli antichi e ripeto io, per far vedere che son più dotto di quanto sia e dar maggior peso al mio scritto, nel senso che, come ripeteva Mattia Del Vecchio (che è sempre bene citare in periodo elettorale), rispetto a chi sta dietro ” u bancariegliu” siamo come l’ometto del simbolo dell’Uomo Qualunque, vessato e spremuto in un torchio, dalle anonime mani dei potenti di turno. Però, essendo per natura speranzoso e fors’anche ottimista, voglio pensare che, se non un giudice a Berlino, almeno un candidato a Pignataro, s’impegni a ridare questa piccola soddisfazione ad un cittadino, magari con promessa solenne, dallo storico balconcino, come lo definiva Mattia del Vecchio. Ah, nella premessa ho detto che non voterò, ma da cittadino rispettoso della costituzione laica, democratica ed antifascista, nata dalla resistenza, debbo aggiungere che questo è un dovere (mazziniano?) che tutti debbono compiere, pertanto ci tengo a precisare che la mia lontananza dall’urna dipende dal risiedere in un comune dove il 5 giugno non si vota.
Grazie per l’attenzione e per l’eco che vorrà dare alla mia istanza.
Distinti saluti
Giorgio Natale
Brescia
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