Elezioni: a Giano Vetusto si scatena la battaglia politica tra i candidati locali e la schiera di pignataresi

Elezioni: a Giano Vetusto si scatena la battaglia politica tra i candidati locali e la schiera di pignataresi

GIANO V./PIGNATARO M. – Quando gli aspiranti sindaco di Giano Vetusto Antonio Feola (lista “Trasparenza”) e Giuseppe Gallina (lista “L’Arcobaleno”) hanno letto i nomi e la provenienza degli altri candidati alle elezioni amministrative, sicuramente avranno pensato: mentre le invasioni ‘straniere’ più di qualche secolo fa partivano dalle montagne per arrivare in pianura, adesso effettuano il percorso inverso. Lo schieramento di papabili consiglieri comunali che arriva da Pignataro Maggiore, infatti, è abbondantemente sopra il 30% (una decina su più di trenta candidati), in un Comune, quello di Giano Vetusto, che conta appena 665 abitanti e 539 votanti (le tre liste che si sono presentate alle amministrative di Pignataro assommano in totale 39 candidati per 6233 abitanti). Se non è una invasione (politica), ci siamo molto vicini.

Una quota significativa di pignataresi è presente nella lista “Uniti per il Cambiamento”, a partire dall’aspirante sindaco Enrico Palumbo e dai giovani candidati al Consiglio comunale Giuseppe Ciriello, Pietro Feola e Giovanna Izzo. Con loro c’è anche chi avrebbe voluto entrare nell’organo collegiale del proprio Comune di origine. Si tratta di Luigi Migliaccio, ex potenziale candidato della altrettanto potenziale lista guidata dall’ex assessore Baldassarre Borrelli e attuale sostenitore del gruppo di “Ricoloriamo Pignataro”, il quale sogna almeno un posto al sole tra i tranquilli monti gianesi. Stesso obiettivo per Ciro Erbetti che, per non scatenare un derby politico in famiglia (la moglie, la signora Maria Pia De Pippo, è candidata per la lista “Ricoloriamo Pignataro”), ha preferito portare le sue mire elettorali al di là della “Santella”. Insomma, le elezioni amministrative gianesi saranno uno scontro all’ultimo voto tra i candidati autoctoni e gli “invasori” della pianura.

Red. Pol.

Commenta con Facebook