CALVI R. – La sentenza del Consiglio di Stato che di fatto ha cancellato le ultime elezioni amministrative di Calvi Risorta non sembra averlo turbato. L’ormai ex sindaco Giovanni Marrocco è sicuramente amareggiato ma ostenta molta tranquillità: “In questo momento, con molta serenità, dico che non abbiamo nessun pensiero diverso da quello che normalmente abbiamo verso le cose”. Calma che non perde nemmeno quando gli si chiede se almeno per un momento ha pensato a percorrere la via del ricorso in Corte di Cassazione (anche se la Suprema Corte in questo caso può essere interpellata soltanto per motivi inerenti la giurisdizione): “Non ci abbiamo proprio pensato né ci penseremo, accettiamo con serenità la sentenza. Anche se dopo due anni taglia le gambe ad un’attività amministrativa che ha cercato di risollevare il paese, attraverso mesi di rigore e dopo aver sacrificato tanto tempo per portare a termine opere incompiute. Sicuramente il tutto ti lascia l’amaro in bocca”.
Amarezza che il primo cittadino non nasconde soprattutto parlando dell’attività amministrativa: “Qua non ha vinto nessuno, ha perso il popolo. Oggi che si devono affrontare tematiche importantissime come l’ex Pozzi, per la quale manco a farlo a posta lunedì mattina ero stato convocato dalla Regione, insieme all’Arpa, per discutere della messa in sicurezza e la bonifica, è chiaro che la situazione si complica. Questo soltanto per le problematiche dell’intero territorio caleno, per non parlare poi di tutte le attività che si devono svolgere in paese e che hanno bisogno di tempo per essere realizzate. Abbiamo cercato di operare nonostante i problemi economici e nonostante la presenza non assidua dei funzionari”.
Delusione tanta ma niente recriminazioni: “Non abbiamo – aggiunge Marrocco – da recriminarci nulla, non siamo colpevoli dell’operato dei presidenti di seggio e degli scrutatori. Siamo vittime passive della situazione e chi pensa di poter cantare vittoria, deve sapere che non c’è niente da festeggiare, anche perché da quello che percepisco il popolo non è contento della sentenza. Dovevamo avere più tempo e in pochi mesi abbiamo fatto abbastanza rispetto alle difficoltà che abbiamo incontrato. Nonostante ciò hanno cercato di infangarmi in ogni modo ma io non faccio cene, non prendo caffè e non incontro abitualmente nessuno. Per quanto riguarda le gare d’appalto, se il dirigente ha agito con scienza e coscienza, allora sono tranquillo anche io”.
C’è da chiudere una parentesi di due anni e guardare subito a quanto accadrà a breve, ma la fascia tricolore preferisce non fare previsioni: “Adesso faremo gli ultimi adempimenti. Quando la Prefettura ci comunicherà il tutto, faremo il passaggio di consegne. Adesso ho soltanto da ringraziare i miei compagni di viaggio, quelli diretti e quelli indiretti, quelli che avevano un ruolo amministrativo e quelli che mi hanno sostenuto dall’esterno. Sono gasati a non mollare, vedremo come andranno le cose. Adesso sono arrabbiati, sono spinti dalla voglia di non mollare e vorrebbero far valere i loro diritti da un punto di vista della competizione elettorale, ma da qui ad un anno possono cambiare tante cose. Oggi qualcuno mi diceva che si voterà l’anno prossimo e io penso che in un anno, almeno dal punto di vista politico, possono accadere tante cose”.
Red. Pol.