Estorsione aggravata dal metodo mafioso: su richiesta dell’Antimafia finiscono in carcere Fusco e Natale

Estorsione aggravata dal metodo mafioso: su richiesta dell’Antimafia finiscono in carcere Fusco e Natale
 

BELLONA –  Estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso: questa è l’accusa che è stata mossa dagli inquirenti a Maurizio Fusco, trentunenne di Bellona, e Benito Natale, trentottenne di Grazzanise. I due, sfruttando il potere di intimidazione che gli deriva dall’appartenenza alla fazione Schiavone del clan dei “casalesi”, la settimana scorsa hanno tentato di estorcere tremila euro ad un noto imprenditore locale. Per questo, alle prime ore dell’alba, i carabinieri della Compagnia di Capua, agli ordini del Capitano Giovanni De Risi ed in collaborazione con quelli delle stazioni territoriali (presenti anche i militari di Vitulazio, diretti Luogotenente Crescenzo Iannarella), hanno eseguito i due fermi di indiziato di delitto ai danni dei due. I due indagati,  sono stati rinchiusi nel carcere mandamentale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione della competente Autorità giudiziaria.

Maurizio Fusco, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è il referente del clan dei casalesi tra Vitulazio, Bellona e Comuni limitrofi, e già venne arrestato nel 2009 nell’ambito dell’Operazione “Cento Passi” che braccò tutti i camorristi della zona e di riferimento al clan dei casalesi, ed in specifico “fazione Schiavone e “gruppo Cacciapuoti”. Il Fusco, durante l’udienza dello scorso 22 Novembre 2011, innanzi alla prima sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, al cospetto del procuratore della Dda di Napoli, dott. Alessandro d’Alessio, venne indicato da due pentiti, Salvatore Di Giovanni e Roberto Vargas, quale capo-zona per l’area calena. Di Giovanni disse che aveva saputo proprio da Alfonso Cacciapuoti che Maurizio Fusco era diventato il reggente del clan nella zona dell’Agro caleno, mentre Vargas dichiarò di essere stato incaricato nel 2008 da Nicola Schiavone di essere responsabile del grazzanisano con operatività in tutta la provincia di Caserta, ponendo l’accento che il Fusco dipendeva direttamente da lui ed era il responsabile di zona nelle aree dell’Agro caleno. Il Fusco, qualche tempo fa, è stato anche oggetto di un avviso orale da parte del Questore di Caserta, al fine di cambiare condotta.

Il Fusco fin dal sua “tenera età” è stato impegnato nell’ambito della “monnezza”. Venne infatti assunto nel lontano 1999 nella ditta dei fratelli Luigi e Nicola Ferraro (imprenditori nel settore dell’immondizia e non solo, essendo Nicola anche ex Consigliere Regionale dell’Udeur di Mastella), anch’essi con molti problemi giudiziari, che allora si chiamava “Eco Campania Srl”, poi divenuta “Green Line Srl”. Fusco, per molto tempo ha ricoperto il ruolo di operatore ecologico presso il Comune di Pastorano
fino al 2005, anno in cui le ditte private dovettero lasciare il campo ai consorzi intercomunali, per effetto di alcune leggi in merito al settore rifiuti, ove i consorzi vennero costretti ad inglobare i lavoratori delle ditte private (anche in odore di camorra) che prima operavano sul territorio. Fusco passò per il Ce-4 poi Egea Spa (dal 1/12/2005 al Maggio 2008) per poi essere assorbito dal nascente Consorzio Unico di Bacino di Caserta e Napoli, così come stabilito dalla legge.

Vai alle inchieste giornalistiche pubblicate  vitulazio24ore.it che parlano di Maurizio Fusco

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