PIGNATARO MAGGIORE – Padre Gaetano Franzese, frate minore del convento di Sant’Antonio di Teano è entrato in classe alla scuola Media “Martone” per parlare di San Francesco e la pace. Tutti gli alunni della classi seconde, così, hanno potuto assistere alla sua interessante “Letio” di storia e spiritualità. Non è la prima volta, comunque, che questi cento alunni si interessano al santo di Assisi e al francescanesimo (il mese scorso sono andati in visita ad Assisi), ma questa volta è stato diverso, perché un frate francescano è venuto direttamente a scuola, per una mattinata, a parlare di San Francesco e del suo profondo legame con la pace. Dopo la breve presentazione del Preside Paolo Mesolella ed il saluto ai docenti, professori Giovanna Caimano, Funaro Ernesto e Franca D’Antico, l’umile frate francescano ha spiegato:”Nel suo testamento Francesco dice: “Il Signore mi rivelò che dicessimo questo saluto: il Signore ti dia pace”. Tutte le principali fonti della vita di Francesco confermano che questa espressione è assolutamente sua e raccontano come i frati fin dall’inizio usarono questo saluto. Secondo la Leggenda Perugina e lo Speculum perfectionis major i primi frati non richiamavano l’attenzione solo per la loro povertà o per la penitenza, ma anche per la pace. A quei tempi, infatti, vi erano molti movimenti in cerca della povertà o che predicavano la penitenza come quello francescano.
Ma la novità, ciò che era sconosciuto agli uomini di quell’epoca e che richiamava la loro attenzione era quel saluto di pace. Quello di San Francesco, infatti, non era solo un movimento di povertà e di penitenza, era soprattutto un Movimento per la pace. La sua gioventù era stata segnata da due grandi crociate: quella dell’imperatore Federico Barbarossa (1189-1191) e quella di papa Innocenzo III (1202-1204). Oltre alle due crociate contro gli Albigesi. L’Italia centrale era turbata dai conflitti tra Guelfi e Ghibellini, tra i fedeli all’Imperatore e i fedeli al Papa nelle lotte per la supremazia. In Assisi nei primi mesi del 1198 i cittadini presero d’assalto la Rocca, che era difesa dalle forze ghibelline. Scoppiò una guerra civile tra nobili e borghesi dentro le mura della città dal 1199 al 1200. Nel frattempo era scoppiato un conflitto che aveva provocato una guerra tra Assisi e Perugia, con la famosa battaglia di Ponte San Giovanni del 1202. Con la sconfitta di Assisi, Francesco fu fatto prigioniero a Perugia. Nonostante questa esperienza, si mise nuovamente in cammino, nel 1205, per partecipare ad una crociata nel sud d’Italia, ma l’apparizione di Spoleto lo portò alla conversione e alla sua scelta definitiva per la pace. Una pace che doveva essere sempre sperata ed augurata agli uomini tramite i suoi frati.
Paolo Mesolella