“Fridays for Future”: anche Caserta si mobilita nel giorno della manifestazione globale. Nel capoluogo presenti i movimenti provenienti dall’Agro caleno

“Fridays for Future”: anche Caserta si mobilita nel giorno della manifestazione globale. Nel capoluogo presenti i movimenti provenienti dall’Agro caleno

CASERTA – Questa mattina (27 settembre) per la terza volta il movimento “Fridays for Future”, ispirato da Greta Thunberg, ha dato via a uno sciopero globale per porre al centro dell’attenzione mondiale la difficile situazione ambientale. Anche in Italia, da Roma a Milano, da Torino a Napoli, e in altre 160 città italiane, migliaia di persone hanno sfilato al grido “Cambiamo il sistema non il clima”. La componente più corposa è stata quella dei giovani che nei giorni scorsi hanno ricevuto anche il via libera del Miur, con il ministro dell’Istruzione Fioramonti che ha autorizzato la giustificazione delle assenze a scuola per gli studenti che hanno partecipato alla mobilitazione.
Anche a Caserta, provincia nella quale ormai da decenni la popolazione denuncia l’emergenza ambientale, sono scesi in piazza tantissimi ragazzi che impugnavano cartelloni colorati e con slogan che richiamavano all’emergenza climatica. Una protesta pacifica che ha visto anche la partecipazione di movimenti attivi in tutta la provincia, come il Movimento dell’Agro caleno #bastaimpianti che in queste ore ha diffuso anche una nota che ricollega la situazione globale a quella dei rifiuti in Terra di Lavoro:

Questa mattina anche noi del movimento siamo stati a Caserta in occasione del corteo indetto da Friday For Future Caserta. Se una generazione di ragazze e ragazzi stanno alzando la testa per difendere l’ambiente, noi, non potevamo di certo girarci dall’altra parte. Abbiamo bisogno di un cambiamento di sistema non di un cambiamento climatico, sia a livello globale che locale. Come si traduce sui nostri territori l’aggressività del sistema economico che sta distruggendo il pianeta? Se a livello globale vediamo questa voracità nello sfruttamento delle risorse quali petrolio, carbone ecc, nell’estrattivismo sfrenato, a livello locale questo sfruttamento si traduce anche nella costruzione di impianti a fini speculativi, di siti di stoccaggio che vengono riempiti per essere incendiati, nell’intomabento di rifiuti tossici in discariche abusive come la exPozzi. A questa gioventù ribelle abbiamo rinnovato l’invito a partecipare alle iniziative dei comitati territoriali, li abbiamo invitati a costruirne dove non ce ne sono; questa resistenza verde deve diffondersi a macchia d’olio e deve mettere alle strette la grande imprenditoria, la classe politica e le ecomafie. Ricordiamo a tutte e tutti questi giovani che ogni giovedì nell’Agro Caleno ci diamo appuntamento per creare percorsi di riscatto. Un movimento popolare non ha confini anagrafici ma di sicuro l’energia di questa generazione ribelle è un’arma potentissima e fortunatamente lo stanno capendo passo dopo passo. Era ovvio che questa mattina in piazza c’erano moltissimi studenti Dell’ Agro Caleno, un territorio resistente che ha fatto della propria quotidianità una lotta continua agli speculatori, questa cosa ci riempie il cuore di gioia perché non è una cosa scontata, non è scontato che ci si organizzi per cambiare il presente ed il futuro, non lo è quando il mondo in cui viviamo ci vuole soli e rassegnati. ROMPIAMO LA GABBIA COSÌ COME STIAMO GIÀ FACENDO, MA FACCIAMOLO MEGLIO! La lotta è gioia, è comunità, è il momento in cui siamo tutti coesi e siamo un unico organismo che non conosce discrimazioni. Al mondo esistono solo due fazioni chi sfrutta e chi è sfruttato, e gli sfruttatori fanno squadra tra loro ora tocca a noi costruire una controparte tanto forte da ribaltarli! Ci vediamo come ogni giovedì alle 22 a Monte Oliveto per la nostra assemblea. I LORO PROFITTI NON VERRANO MAI PRIMA DEL BENE COMUNE

La manifestazione di stamane era stata anticipata in tutto il Paese da piccole iniziative estemporanee finalizzate a sensibilizzare i più giovani anche sulle responsabilità delle grandi catene commerciali e dell’informazione.

Red.

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