PIGNATARO MAGGIORE – La quarta sezione penale della Corte di Cassazione, con sentenza numero 52382/2018, ha cancellato la condanna per furto di energia elettrica a carico di Silvio Cenname (imprenditore pignatarese nato nel 1945) perché il reato è estinto per prescrizione. Silvio Cenname è molto conosciuto a Pignataro Maggiore: opera nel settore delle pompe funebri in regime di assoluto e intoccabile monopolio ed è imparentato con una famiglia estremamente “autorevole” (il figlio Maurizio Cenname è il marito di Michela Lubrano fu Antonio, quest’ultimo fratello del defunto capomafia “don” Vincenzo Lubrano). Pubblichiamo il testo integrale della citata sentenza numero 52382/2018. Nel documento si legge tra l’altro che la Corte d’Appello di Napoli ha confermato la sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha condannato Silvio Cenname “alla pena sospesa di euro 15.000,00 di multa, così convertita ex art. 53ss. I. n. 689 del 1981, per aver tentato di impossessarsi, al fine di trarne profitto, di una quantità imprecisata di energia elettrica, sottraendola alla rete Enel, mediante la manomissione dell’impianto realizzata tramite intervento sulla calotta e sul limitatore, con l’aggravante del mezzo fraudolento equivalente rispetto alle riconosciute attenuanti generiche (30 luglio 2010)”. Contro la sentenza della Corte d’Appello di Napoli ha presentato ricorso in Cassazione l’imputato che – come si è detto – si è salvato solo grazie alla prescrizione.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it