Gianluca Pascarella, PD: Non erano chiacchiere. Prende il via il piano Edilizia Scolastica con la pubblicazione dell’elenco dei Comuni beneficiari

Gianluca Pascarella, PD: Non erano chiacchiere. Prende il via il piano Edilizia Scolastica con la pubblicazione dell’elenco dei Comuni beneficiari

NAPOLI – Prende il via il piano di edilizia scolastica, fortemente voluto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, fin dal suo discorso di fiducia alle Camere del 24 febbraio 2014, con la pubblicazione dell’elenco dei Comuni  beneficiari. Un piano, composto da tre principali filoni, che coinvolgerà complessivamente 20.845 edifici scolastici per investimenti pari a più di un miliardo di euro che vede la  Campania prima per fondi ricevuti con la costruzione di nuovi edifici scolastici o di rilevanti manutenzioni, grazie alla liberazione di risorse dei comuni dai vincoli del patto di stabilità per un valore di 244 milioni (#scuolenuove) e del finanziamento per 510 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione, dopo la delibera Cipe del 30 giugno, per interventi di messa in sicurezza (#scuolesicure), di decoro e piccola manutenzione (#scuolebelle).

“Da anni stiamo arretrando sul terreno della ricerca e dell’innovazione con la scuola italiana che sta andando avanti da sola, per inerzia, così come succede in altri campi – afferma Gianluca Pascarella che ha da sempre sostenuto le idee ed il progetto politico di Matteo Renzi in provincia. Con il nostro progetto abbiamo ben inteso rappresentare che rilanciare il  sistema scolastico è vitale per il  Paese, perché altrimenti saremo ricacciati sempre più alla periferia di un mondo che ci farà sempre più paura solo perché non siamo sufficientemente attrezzati per potergli stare dietro”.

“Questo miliardo di investimento per ora sul “contenitore” scuola, che ha visto beneficiari anche tanti Comuni della provincia di Caserta e dell’alto casertano, è solo un punto di partenza – continua Pascarella- è la dimostrazione reale che se c’è la voglia di fare, le cose poi avvengono. Con questi tanti piccoli interventi si è voluta indicare una prospettiva del futuro. Non c’è politica futura che non parta dalla centralità della scuola”.

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