NAPOLI – Nostalgia, illusione, sogno romantico, realismo per sognare un passato legato al luogo magico della letteratura. E’ la visione di un luogo simulacro della vita con le sue atmosfere e sensazioni che Maria e Valeria Tavassi ricreeranno al Teatro La giostra di Napoli, da giovedì 17 maggio 2018 alle ore 20.45 (repliche fino a domenica 20) per il debutto, in prima teatrale, per la loro trasposizione teatrale di Midnight in Paris, fra i più affascinanti film scritti e diretti da Woody Allen.
Lo spazio multidisciplinare dei Quartieri Spagnoli, alla sua prima produzione in questa stagione inaugurale, diviene, così, fervente luogo di creazione scenica, oltre che di ospitalità, d’idee e di “confronto” costante con i molteplici linguaggi artistici proposti.
Nutrito è il cast dell’allestimento, che vedrà impegnati in scena, in ordine di apparizione, Marianna Robustelli, Andrea Narciso, Peppe Villa, Rossana Cifariello, Angela Rosa D’Auria, Luca Narciso, Rossella Amato, Michele Capone, Gianluca D’Agostino, Maria Angela Robustelli, Tiziana D’Angelo, Marco Aspride, Stefano Pascucci, affiancati dai danzatori Giorgia Di Razza, Marco Lombardi, Benedetta Rupe, Alessia Vanacore.
“Non riesco a finire il libro. Non riesco. Me ne sto davanti a questa maledetta scrivania tutto il giorno, dalla mattina alla sera, e devo solo mettere giù una cosa, forse una frase soltanto, o forse di più, non lo so, ma non ce la faccio”.
Questo affermava Hemingway a proposito del suo libro “Festa mobile”, rimasto incompleto, nel quale lo scrittore surrealista inneggia al “vivere da scrittori” nel periodo trascorso nella piovosa Parigi degli anni ‘20.
A Gil Pender, protagonista della storia di Midnight in Paris, accade, più o meno, lo stesso. E’ uno sceneggiatore di successo di Hollywood che, stanco di sentirsi uno “scribacchino”, si cimenta nella stesura di un vero romanzo. La sua opera è, in realtà, quasi completa, ma gli manca l’ispirazione finale per poterlo completare degnamente.
L’idea di un passato mai vissuto, che tale rimarrà, da lui considerato come “epoca d’oro” nella quale vivere finalmente felice, non gli permette di comprendere che, in realtà, le sue insoddisfazioni riguardano il presente. Dove trovare questa vena artistica se non tra i Boulevard di Parigi?
Perdendosi, così, in magiche e oniriche trasposizioni d’epoca, scandite dai rintocchi della mezzanotte in compagnia di Hemingway, Fitzgerald, Picasso, Gertrude Stein, Buñuel e la seducente Adriana, Gil pensa di aver trovato finalmente la sua dimensione, rifugiandosi in un’epoca, a suo dire, perfetta.
Sarà l’amara e inaspettata delusione a condurre Gil finalmente sulla giusta via, così da poter prendere atto che l’importanza nella vita è capire il presente, l’unica epoca in cui potremo mai esistere.
C.S.