PIGNATARO MAGGIORE – I cantori del gruppo popolare “Arianova” di Pignataro Maggiore, sabato 11 settembre 2021, saranno ambasciatori della cultura tradizionale di Terra di Lavoro nell’ambito del festival “Suoni in Aspromonte”. La pianura campana, chiamata anticamente – merito della fertilità del suolo – “Campania Felix”, per millenni ha legato la sua storia e la sua cultura al mondo agricolo. Il profondo legame con la terra e i suoi cicli è stato il motore di leggende, fiabe, ma soprattutto di canti di lavoro, d’amore, di riscatto e di devozione che accompagnavano e scandivano le fasi della vita rurale. Il collettivo “Arianova” è composto da musicisti, ricercatori e artigiani che da decenni recuperano e vivificano canti, gesti e suoni della ormai dissolta civiltà contadina di Terra di Lavoro.
Lucio Palumbo, Giacomo D’Angiò, Peppe Rotolo e Gianni Giordano parteciperanno a un’interessante esperienza di trekking-concerto sulle vette dell’Aspromonte, alla scoperta delle Rocche di San Pietro, uno dei più suggestivi geositi della cosiddetta Valle delle Grandi Pietre, nel territorio dei comuni di San Luca e Careri, in provincia di Reggio Calabria. A guidare l’escursione sarà il dottor Arturo Rocca (Guida CSEN), esperto camminatore e profondo conoscitore dei diversi patrimoni identitari e culturali del territorio aspromontano.
Gli aedi pignataresi si faranno portavoce della cultura tradizionale di Terra di Lavoro eseguendo canti polivocali (ovvero a più voci e senza l’ausilio di strumenti musicali), frutto del quarantennale lavoro di ricerca sul campo nell’ambito della cultura orale contadina calena. Il repertorio includerà brani per sola voce o accompagnati dalla zampogna recuperati dalla tradizione rurale, para-liturgica e devozionale.
L’esperienza degli “Arianova” si configura di particolare interesse sotto l’aspetto etnografico e musicologico in quanto il progetto non si pone come una mera reinterpretazione “dall’esterno” di temi folklorici e musicali, ma rigenera di continuo una rappresentazione “dall’interno” di un determinato orizzonte culturale, quello dell’Agro Caleno. Gli interpreti del collettivo “Arianova” conoscono l’universo rurale che cantano perché hanno camminato con le proprie gambe nei medesimi campi nei quali è nato il patrimonio di cui sono custodi; perché hanno appreso la poetica seminale e fiabesca e il pathos tecnico dei canti dalla viva voce di esecutori legati in linea diretta a chi, in tempi remotissimi, li aveva forgiati.
La partecipazione al festival “Suoni in Aspromonte” sarà anche un’ottima occasione per una pausa dal serrato lavoro in studio che già da tempo vede impegnati gli “Arianova” nella realizzazione del loro primo disco ufficiale. Le Rocche di San Pietro sono il luogo ideale per rigenerarsi e per trarre ispirazione: il sito è un probabile ascetario, un’area carica di bellezza e misticismo, frequentata secoli fa dai monaci basiliani di rito greco che, giunti da Oriente, cercavano luoghi impervi e solitari adatti alla loro vita ritirata e di meditazione. La presenza alla manifestazione calabrese è un importante riconoscimento per la musica e per il lavoro di ricerca degli “Arianova”: i suoni e le parole del collettivo caleno rappresentano una testimonianza vivente di un mondo e di un sistema di valori che per millenni hanno regolato e accompagnato l’esistenza dei nostri antenati. Quei canti che parlano di passioni, sogni, amori e devozioni appaiono così lontani; in realtà parlano soprattutto di noi e dei nostri giorni, del nostro inquieto presente.
Massimiliano Palmesano