CASERTA – Sono circa una ventina le operatrici e gli operatori sociali della cooperativa “Lavoro per la Salute”, impegnata tra le altre cose nel settore dell’accoglienza ai richiedenti asilo che, dal mese di ottobre, non percepiscono lo stipendio e che, davanti a loro, vedono palesarsi un futuro incerto su cui si allunga l’ombra della disoccupazione.
In seguito a un’inchiesta giudiziaria che – come spesso accade in questo settore – ha colpito i vertici della cooperativa e a cui le lavoratrici e i lavoratori sono completamente estranei, la situazione è precipitata e la repentina chiusura delle strutture d’accoglienza che ne seguita ha catapultando più di venti persone (e le rispettive famiglie) nell’incubo della possibile perdita del lavoro.
Ancora una volta chi lavora, chi quotidianamente profonde con professionalità e dedizione il proprio impegno in un settore cruciale per le politiche sociali, è chiamato a pagare per gli errori di altri.
In un ambito in cui le garanzie per gli operatori sono spesso ridotte al minimo, tra salari da fame e contratti eternamente precari, chi è chiamato a fornire delicati e basilari servizi a persone che si trovano in difficoltà rischia di diventare invisibile, di scomparire come un fantasma senza tutele.
Per queste ragioni, per porre finalmente all’attenzione della pubblica opinione le problematiche insostenibili che attanagliano il mondo del lavoro sociale, ma soprattutto per difendere i nostri diritti che rischiano di essere calpestati, ci siamo organizzati in struttura sindacale e siamo pronti a proclamare lo stato d’agitazione, a scendere in piazza e a lottare fino all’ultimo!
Non accetteremo di essere gettati via come rifiuti dopo anni di lavoro, è tempo di organizzarsi. È tempo di rialzare la testa.
USB – Operatori Sociali coop. “Lavoro per la Salute”