“Governare il conflitto”, un libro che racconta la storia della criminalizzazione dei No Tav

“Governare il conflitto”, un libro che racconta la storia della criminalizzazione dei No Tav

Il movimento No Tav che si batte contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione è uno dei movimenti sociali a difesa del territorio tra i più longevi d’Europa con i suoi oltre 20 anni di storia. E numerosi sono stati i procedimenti penali che hanno colpito la lotta popolare dei valsusini. Nel libro “Governare il conflitto – La criminalizzazione del movimento No Tav” (Meltemi editore, 370 pagine, 20 euro) Xenia Chiaramonte delinea un quadro molto ampio delle strategie e della repressione nei confronti del movimento.
L’autrice si concentra sui diversi aspetti dell’attacco repressivo a partire dalla straordinaria attenzione mediatica durante i processi ai No Tav, andando ad approfondire gli oltre cinquanta procedimenti penali che vedono indagate oltre 1500 persone, un maxiprocesso con 53 imputati, accuse di terrorismo e carcerazioni preventive. Queste le principali caratteristiche della criminalizzazione del più longevo e pervicace movimento in Italia.
Fenomeni simili sono diffusi a livello internazionale, laddove progetti dal forte impatto ambientale, come le grandi opere, incontrano l’opposizione delle popolazioni, una resistenza cui si risponde sistematicamente con la gestione penale del conflitto. Qui il potere giudiziario s’inserisce nella dinamica politica e non opera un bilanciamento fra diritti in cui anche l’opposizione riceverebbe tutela; al contrario, tende a salvaguardare l’assetto sociale di potere da questo dissenso e a difendere le scelte di politica economica dello Stato. Una lettura inedita della criminalizzazione dei movimenti sociali che sviluppa la strategia dell’accerchiamento teorizzata da Foucault e costituisce il primo tassello di una genealogia del principio di difesa sociale. Nel saggio è contenuta una analisi complessiva, con dovizia di particolari e con punti di vista differenziati, dei meccanismi che in tutti questi anni sono stati messi in campo per fermare la lotta e le rivendicazioni dei No Tav, meccanismi che in ultima analisi poco o nulla hanno scalfito la determinazione e la caparbietà dei valligiani come si può evincere dai capitoli finali del volume.

Massimiliano Palmesano

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