GRAZZANISE – Citando Riccio, commissario dell’Aviazione, e Vetrella, assessore regionale ai Trasporti, il “poeta della politica” Mattia Branco un paio di giorni fa è tornato, in veste di giornalista, a formulare auspìci intorno all’ancòra possibile realizzazione dello scalo civile di Grazzanise. Apprezzabile, senz’altro, la tenacia della fede di Branco o, dicendo altrimenti, la “scommessa” economica, civile e politica che egli rilancia. Per converso, v’è chi ritiene che sarebbe meglio concentrarsi su altro. Eh sì, giacché emergenze ed altre ipotesi di fattibile lavoro progettuale non mancano nel Basso Volturno. S’è detto e ripetuto più volte che giacciono negletti, in questa stessa sfortunata pianura che va da Capua al mare, problemi, migliaia di tonnellate di rifiuti all’aria o interrati, il Volturno inquinato e risorse (come il latte bufalino, definito non a caso “oro bianco”) che davvero meriterebbero una mobilitazione di stimoli ed interventi. E invece domina il più incivile abbandono, come se popolo ed autorità competenze fossero da tempo fuggiti via, dimenticando il deserto alle spalle. Domina lo storico ritardo e il penoso silenzio, gli stessi che avvolgono i vecchi poderi dell’Opera Nazionale Combattenti da cui andarono via in contadini scesi dal Veneto durante il Fascismo. In siffatto contesto l’aeroporto-chimera adesso serve, com’è purtroppo servito per quaranta lunghi anni, soltanto come “specchietto per le allodole”. Si faccia, ad esempio, una seria ricognizione sullo stato della viabilità provinciale: nell’area del Basso Volturno è da “terzo mondo”! Non parliamo della ex strada statale 264, ora SP 333, che pure è un “percorso di guerra”, specialmente in caso di pioggia, con frequenti rischi di incidenti che si susseguono dalla “città federiciana” a Castel Volturno. Imbocchiamo la SP 147 (che fiancheggia, sull’asse nord-sud, la base aerea Nato) e vediamo la sofferenza degli ammortizzatori. Proseguiamo sul tratto che si collega alla SP 30-Vaticale ed è peggio che andar di notte. Proviamo ad andare da Grazzanise ad Arnone per la provinciale a monte della 333 e siamo fortunati se non finiamo nei fossi laterali. Queste sono, insomma, soltanto delle esemplificazioni sul ritardo infrastrutturale di cui peraltro soffrono italiani ed americani per i collegamenti viari fra l’aeroporto sede del 9° Stormo “F.Baracca” ed il centro urbano di Grazzanise o l’asse Villa Literno-Nola. Roba incredibile, per le gl’itinerari dissestati, la risibile od inesistente segnaletica stradale ed altri supporti di cui qualunque strada ha bisogno in termini di tutela della sicurezza e, perfino, di minimo decoro.
Allora come pensar di volare, se non si riesce nemmeno ad andare a piedi o in auto? Amministratori provinciali, sindaci e commissari prefettizi dicano la loro, più che a parole con atti e interventi (come, per la verità, è istituzionalmente preferibile…sempre).
Raffaele Raimondo