CASERTA – Una situazione allarmante che potrebbe sembrare kafkiana, inquietante nella sua ripetitività di esito ma che, nella realtà sostanziale, rappresenta un allarme indicativo di cosa debba sopportare ogni giornalista che voglia fare inchiesta, soprattutto in provincia di Caserta. E’ singolare la vicenda di Salvatore Minieri, giornalista professionista che ha intrapreso un lungo e faticoso studio delle strutture societarie e delle aziende che si sono insediate in una particolare zona della provincia casertana, dagli anni ’60 ad oggi.
Minieri, nel corso degli ultimi due anni, ha ricostruito le partecipazioni aziendali, i nominativi, gli interventi sul territorio e l’impatto ambientale di molti impianti, realizzati in una zona nevralgica della provincia. Stranamente, ad ogni pubblicazione dei reportage scritti da Minieri, le stesse compagini societarie hanno querelato il professionista. Ad oggi, su tutte le querele pende una richiesta di archiviazione da parte dei magistrati che hanno ritenuto congruo e attendibile il lavoro d’inchiesta del cronista, scagionandolo dalle accuse che le società stesse e i dirigenti dei gruppi industriali hanno prodotto con tanta solerzia.
Un caso di “tiro al bersaglio” che, ai più, è sembrato un tentativo di imbavagliare (come troppo spesso accade ai giornalisti di inchiesta) il lavoro di indagine di Salvatore Minieri, attraverso l’uso strumentale della querela come arma di dissuasione.
Una vicenda oscura sulla quale le Autorità preposte, sicuramente, non tarderanno a indagare per capire come mai alcune zone del casertano non possano essere oggetto di inchieste giornalistiche, se non a prezzo di decine di querele da parte dei titolari degli stessi gruppi industriali.
Red.