I blackout in Campania

I blackout in Campania

È solo di qualche anno fa, comunque in pieno nuovo millennio, la notizia che l’assenza di corrente elettrica mise in ginocchio Pomigliano, in provincia di Napoli, Campania. Da allora molte cose sono cambiate in meglio. Enel, subita una class action dai commercianti della città, non potè fare altro che una stimolante, immediata contromossa, attraverso l’investimento di duecentomila euro per il potenziamento della rete elettrica. L’azienda confermò in una nota di dover avviare subito un piano di interventi stabiliti in breve tempi sulla rete elettrica, in particolare sulla Media Tensione (MT) che serve il Comune.

I lavori prevedevano la realizzazione di cabine elettriche in grado di soddisfare le esigenze delle aziende. Queste cabine elettriche avrebbero fatto da punti di alimentazione di riserva grazie anche alla realizzazione di tre nuove linee elettriche che mettessero in collegamento tratti di rete già esistenti e funzionanti. È da specificare che è solo per merito del Comune che mise a disposizione i suoli per la realizzazione di dette cabine che, altrimenti, non sarebbero certo sospese nell’aria.

Speriamo vivamente che queste cabine siano state montate in punti strategici della città per due motivi fondamentali: il primo riguarda la disposizione delle stesse mentre il secondo motivo, altrettanto importante, è che siano state impiantate in punti non pericolosi. Può capitare infatti che alcuni dissennati automobilisti, uscendo di strada, si scontrino con queste vere e proprie costruzioni facendosi del male. In provincia di Padova un’auto terminò la sua corsa contro una cabina elettrica con conseguenze non gravi per il conducente che paradossalmente causò anche un guasto al sistema di erogazione dell’energia elettrica.

Le cabine elettriche sono fondamentali, ma molto delicato è il loro ruolo (se non ben sviluppate) nell’ambito della nostra vita quotidiana: basti pensare che meno di un anno fa ne fu “vittima” l’ospedale Cardarelli. Una cabina Enel che alimentava buona parte del polo ospedaliero ebbe delle anomalie all’interruttore principale ed avrebbe causato molti disagi come ben si può immaginare. Dall’alimentazione dei macchinari ai semplici campanelli d’allarme, i sistemi non avrebbero risposto alle sollecitazioni del personale medico se i gruppi elettrogeni non avessero supportato tutta l’area interessata dall’evento.

In ogni caso, negli ultimi due-tre anni, la situazione generale è andata sempre migliorando; tutto ciò si può desumere dal quantitativo di richieste per cabine elettriche sempre crescente, sia per quanto riguarda i privati, specificatamente le aziende in primis, sia gli enti pubblici che dovvranno “sfamare” la popolazione con un fabbisogno sempre crescente a causa dell’aumento della popolazione, dovuto soprattutto alle migrazioni dalle grandi città ai comuni minori e per questo non ancora ben equipaggiati per grossa mole di lavoro energetico.

C. S.

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